LECCO – Dopo due anni di ricerca e sperimentazione si conclude il progetto InterACTIVE-HD 2.0 nato con l’obiettivo di migliorare la qualità della vita dei pazienti in dialisi e rendere uniforme il trattamento sul territorio, attraverso la creazione una robusta piattaforma tecnologica. Il progetto, finanziato dal programma Interreg Italia Svizzera, vede tra i partner Politecnico di Milano – Polo di Lecco (capofila italiano) e Fondazione Politecnico di Milano, ASST Lariana, ASST Sette Laghi, ASST Alto Lario, Ente Ospedaliero Cantonale (capofila svizzero) e Kantonsspital Graubunden.
Il progetto InterACTIVE-HD 2.0 ha l’obiettivo di migliorare la qualità della vita del paziente dializzato, individuando percorsi di cura personalizzati che, condivisi su una piattaforma tecnologica, possano favorire la mobilità di chi è costretto a sottoporsi a tali terapie salvavita. Se è vero, infatti, che l’emodialisi è una terapia che ha rivoluzionato la gestione clinica del paziente nefropatico, rimane però una enorme variabilità di tolleranza al trattamento, che implica la necessità di personalizzare la terapia sul singolo individuo. La possibilità di usufruire di un trattamento omogeneo, condiviso su una piattaforma online, in centri di cura differenti rispetto a quella di riferimento, offrirà al paziente maggiore autonomia e la possibilità di spostarsi sul territorio per svago o lavoro.
Al progetto hanno aderito 150 pazienti in cura presso gli ospedali coinvolti. La prima fase della sperimentazione ha visto l’aggregazione dei dati delle cartelle cliniche dei pazienti a quelli forniti dalle macchine per dialisi, le informazioni raccolte da quest’ultime possono infatti fornire una chiave di lettura della peculiare risposta al trattamento di ogni singola persona in cura. Grazie al supporto di un team multidisciplinare di ingegneri e attraverso l’elaborazione di algoritmi e modelli matematici avanzati, sono stati restituiti dati aggregati che costituiscono un prezioso strumento di supporto per l’individuazione di trattamenti mirati e personalizzati. Si tratta infatti di informazioni che consentono al medico di ottimizzare l’approccio terapeutico al paziente, migliorando soprattutto i disturbi e malesseri che spesso insorgono durante e dopo il trattamento dialitico.
“Con InterACTIVE-HD 2.0, tutto il partenariato ha contribuito allo sviluppo di una serie di strumenti, in termini di sistemi informativi, protocolli, modelli, algoritmi, che hanno consentito la creazione della piattaforma tecnologica per la gestione del dato clinico relativo al paziente in emodialisi presso i centri di confine – dice Maria Laura Costantino, docente del Politecnico di Milano – Tale piattaforma ora in uso nei centri partecipanti al progetto potrà essere offerta anche ad altri centri che ritengono necessario preservare la qualità della vita dei pazienti in dialisi. In particolare, la ricerca ha restituito dati interessanti sui rischi legati all’ipotensione intradialitica, una tra gli effetti collaterali più complessi da gestire nel paziente sottoposto a terapia dialitica. Gli algoritmi elaborati durante il progetto permettono oggi di predire il rischio ipotensivo già ad inizio seduta con una accuratezza del 98% offrendo ai medici strumenti di intervento più tempestivi ed efficaci. Nello specifico gli studi, effettuati anche tramite l’utilizzo di dispositivi quali smart watch e magliette sensorizzate, hanno permesso di correlare il rischio ipotensivo con la variazione di parametri come la variabilità cardiaca, gli elettroliti e la qualità del sonno durante la notte precedente consentendo quindi approcci più adeguati nelle tempistiche e nella somministrazione della terapia”.
“Da sempre i nefrologi mettono in atto strategie per ridurre/evitare gli episodi ipotensivi intradialitici – dichiara Carla Colturi, direttore di Nefrologia e Dialisi – ASST Valtellina e Alto Lario – Tutto quanto abbiamo ora a disposizione non ci ha ancora consentito di azzerare la problematica. Confidiamo che lo studio InterReg, con i numerosissimi dati raccolti dai centri dialisi e con la loro elaborazione ad opera del Politecnico, ci possa offrire nuove indicazioni per la corretta gestione della seduta emodialitica e per la sicurezza dei nostri pazienti. Una dialisi senza complicanze è una dialisi sicura e che migliora la qualità della vita dei pazienti, e, senza complicanze, potrebbe anche permettere un avvicinamento al domicilio del paziente, soluzione più pratica specie in ambienti montani come il nostro”.