POCHE NASCITE ALLA MANGIONI
LA REGIONE ORDINA LO STOP

clinica mangioniLECCO – Stop alle nascite alla clinica Mangioni di Lecco. La struttura infatti chiuderà il punto nascita il 31 dicembre prossimo. Lo ha stabilito Regione Lombardia per razionalizzare e ottimizzare dei punti nascita con particolare attenzione a quelli che fanno registrare annualmente un numero di parti inferiore a 500. “La letteratura  medica da tempo conferma come per garantire più sicurezza nel percorso nascita – chiarisce l’assessore regionale alla Salute Mario Mantovani – ci siano alcune condizioni fondamentali, sicurezza che non dipende esclusivamente dalla disponibilità di tecnologie all’avanguardia, ma soprattutto dall’esperienza di chi le utilizza. E come Regione Lombardia – puntualizza – noi intendiamo garantire proprio la massima sicurezza alle famiglie in uno dei momenti più belli della loro storia. La vita di ogni bambino per noi è fondamentale e prioritaria. Senza aspettare le direttive regionali, già i cittadini di questi territori privilegiano da anni altre strutture”.

Il Pirellone promette però maggiore assistenza ambulatoriale alle neomamme. “In accordo con la dirigenza di Asl ed Ao locali, avvieremo così l’implementazione di attività ambulatoriali e di assistenza per donne e neonati, oltre che il rafforzamento del servizio di continuità assistenziale”.

Nel punto nascita della G.B.Mangioni Hospital di Lecco si registra una media parti inferiore ai 500 anno con un trend negativo negli ultimi anni. Nel 2011 sono stati 469; nel 2012 sono stati 443; nel 2013 sono stati 441. In particolare nel 2013 sono stati 816 i nuovi nati da parte di residenti nei comuni che insistono territorialmente su questo ospedale. Solo 441 i parti avvenuti all’interno della G.B Mangioni Hospital. Altri 375 parti sono avvenuti altrove.

La delibera ha conferito all’Asl di Lecco il mandato di procedere agli adeguamenti organizzativi e strutturali, con particolare riferimento alle attività ambulatoriali al fine di mantenere elevato il livello di assistenza offerto ai cittadini, assicurare il potenziamento delle attività tese a garantire la continuità assistenziale, oltre ad un’attività di monitoraggio che consenta un puntale adeguamento dei punti nascita limitrofi coerente a criteri di sicurezza.