PLESSI SCOLASTICI DI CALOLZIO:
IL SINDACO SU RESPONSABILITÀ
E PERCORSO CONDIVISO

Cesare-Valsecchi-calolzioCALOLZIOCORTE – L’Amministrazione comunale di Calolziocorte ha presentato, come aveva ampiamente preannunciato, la propria proposta di Piano per la riorganizzazione dei plessi scolastici. Il Piano è frutto di un attento e accurato lavoro, svolto in particolare negli ultimi due anni, di studio dei dati della popolazione scolastica (in rapporto con la popolazione residente e l’andamento demografico); di analisi della situazione strutturale degli edifici scolastici; di valutazione delle possibili prospettive; di confronto con il mondo della scuola per predisporre e offrire le migliori condizioni per razionalizzare e ottimizzare spazi e strutture con attenzione prioritaria all’attività didattica e non ai possibili risparmi economici.

Si è partiti dalla considerazione che, stante il calo demografico, negli anni futuri non potrà essere mantenuta l’attuale disponibilità di spazi scolastici. Il Piano che l’Amministrazione ha presentato, pur ridotto al minimo degli interventi possibili, e che tiene conto di gran parte delle osservazioni e delle proposte raccolte negli incontri avuti nel mese di dicembre con genitori e insegnanti, sarebbe almeno andato nella direzione di contenere gli eventuali disagi che ogni riorganizzazione comporta e favorire le scelte di minor impatto che deriveranno dall’Amministrazione scolastica, cui compete provvedere all’assegnazione delle classi al Comprensivo. 

Questa è la realtà e il Piano di riordino si proponeva di garantire la presenza di una scuola dell’infanzia e di una primaria in ogni quartiereOra, invece, c’è il rischio che per “salvaguardare” una posizione conservativa, ben presto nelle scuole si creeranno problemi non facilmente gestibili.

Le minoranze accusano l’Amministrazione di aver elaborato un Piano di riorganizzazione minimo, proponendo di rimandare di un anno ogni decisione, ma non hanno avanzato, in merito, alcuna proposta, nonostante abbiano più volte a parole sostenuto la necessità che un Piano fosse adeguatamente discusso e condiviso con tutte le forze politiche. E infatti, pur essendo stato il Sindaco disponibile a ritirare il provvedimento con l’impegno di giungere a breve a predisporre insieme un altro Piano, le minoranze non si sono dichiarate disponibili.

Ricordiamo qui gli obiettivi del Piano così come proposti e illustrati nei vari incontri avuti:
– Garantire a tutti gli alunni di poter frequentare le scuole nel proprio Quartiere o Comune.
– Evitare duplicazioni e/o vicinanze di scuole di pari grado.
– Garantire la massima sicurezza in tutti gli edifici scolastici.
– Prevedere la destinazione degli edifici non più utilizzati.
– Riqualificare gli edifici scolastici, in particolare la Scuola Secondaria di primo grado.
– Favorire, attraverso la riqualificazione degli spazi scolastici (laboratori di arte, musica, tecnica…), la valorizzazione di una didattica innovativa (indirizzo musicale e non solo).
– Contenere i costi di gestione degli edifici scolastici: funzionamento e manutenzione.

Per l’anno 2017/18 il Piano prevedeva, come obiettivo minimo ma necessario, un intervento che portasse nel biennio futuro a un graduale processo di fusione/accorpamento tra la scuola dell’infanzia di Foppenico e la Scuola dell’Infanzia di via Lavello, portato a compimento soltanto nell’anno scolastico 2018/19, con la garanzia del mantenimento delle figure di riferimento e della continuità didattica, data dalla Dirigenza scolastica.

consiglio calolzioRiconosciamo che aver presentato il Piano a dicembre, a ridosso delle scadenze per le iscrizioni al nuovo anno scolastico (peraltro anticipate rispetto ai precedenti anni), ha comportato una “compressione” dei tempi necessari per informare adeguatamente genitori e insegnanti del significato del Piano di riorganizzazione scolastica, delle sue finalità, dei vantaggi e delle conseguenze favorendo la necessaria partecipazione dei soggetti coinvolti. Poiché si è accusata l’Amministrazione di non aver cercato un’adeguata partecipazione del mondo della scuola (Istituzione scolastica, genitori e insegnanti) e di tutte le forze politiche nella fase di definizione del Piano, alimentando commenti e informazioni non sempre corrispondenti alla realtà, ci preme affermare che la partecipazione e l’apertura al confronto e alla collaborazione di ogni soggetto (dalle rappresentanze in Consiglio comunale agli operatori della Scuola e genitori) si sono ricercati nel seguente percorso:
1) Conferenza dei capigruppo (2 dicembre 2016), per anticipare il Piano che poi sarebbe stato presentato in Consiglio, ma le minoranze (come è stato dichiarato) hanno volutamente disertato l’appuntamento.
2) Conferenza stampa (9 dicembre) per illustrare a grandi linee il Piano e il calendario degli incontri con il mondo della scuola e la popolazione per l’informazione e il confronto.
3) Commissione consiliare congiunta Servizi alla Persona-Territorio, per coinvolgere i consiglieri comunali e quanti presenti.
4) Incontri con le Scuole, dirigenti, operatori e rappresentanze di genitori.
5) Consiglio di Istituto (presentazione prima ipotesi e presentazione seconda ipotesi rimodulata alla luce delle proposte emerse negli incontri con Genitori rappresentanti, Docenti e Dirigente scolastica).
6) Assemblea pubblica per una illustrazione del Piano a tutta la cittadinanza.
7) Consiglio comunale.

Non pare, ad eccezione della tempistica, come detto, che fosse un percorso partecipativo “poco aperto” e non sufficientemente responsabile. Le minoranze, il giorno dopo, affermano che “la giunta del sindaco Valsecchi non è stata in grado di far approvare il piano…” e il Capogruppo della Lega Nord, Ghezzi, dichiara che la mancata approvazione di un Piano è “un fallimento su tutta la linea: un disastro politico che pagheranno i cittadini”; “Noi non gioiamo per quello che è accaduto, perché i problemi in questo modo si aggravano e sarà ancora più complicato e oneroso risolverli”, e si domanda con una certa ragione: “E adesso cosa succederà alle scuole senza una proposta? Nessuno lo può dire”.

Noi saremmo stati responsabili degli effetti del Piano solo in caso di sua approvazione, ma non certo delle conseguenze derivanti dal non averlo approvato. Di questo è corresponsabile tutto il Consiglio comunale, ognuno per la propria parte. In conclusione, l’Amministrazione difende il Piano di riorganizzazione elaborato, per l’incidenza minima sull’utenza scolastica e sul risparmio garantito, come sostenuto anche da tutte le forze di minoranza nella seduta del Consiglio. E certamente non cerca di sfilarsi dalle responsabilità respingendo le critiche avanzate da chi lascia ad altri la responsabilità dopo aver affermato che un Piano di tale importanza richiede la collaborazione e la condivisione di tutte le forze politiche.

Il sindaco Cesare Valsecchi