“PIÙ BUONI CHE GIUSTI,
COSÌ DOMANI PASSA
E IL RESTO VA”

Cara Lecconews

Tutti o troppi stan chiedendo silenzio per la morte del giovane migrante affogato nel nostro lago solo poche ore dopo essere arrivato in Città da Lampedusa lì approdato attraversando, in maniera precaria come tutti o troppi migranti, il Mediterraneo.
Ma non va silenziato un bel nulla.

Tutto passa, il resto va non può essere la retorica per consolarci, dimenticare.
Per non interrogarci.

La retorica
è il Sindaco che si è affrettato a portare una corona di fiori, che è un segno ma è anche proprio il minimo sindacale, ma nemmeno un accenno, uno sguardo, una condivisione, una riga, un impegno, sulla newsletter istituzionale settimanale di oggi;
è quella di qualcun altri che ingenui han esagerato nel chiedere il sogno di un Lutto Cittadino per una riflessione più grande;
è nondimeno e forse più la Fondazione Comunitaria nel suo assordante slancio di autocelebrazione ha addirittura donato euro 2000 dalle proprie casse colme di donazioni altrui.
Così domani tutto passa, il resto va.

Nel silenzio sta scivolando via, che in quell’area vi era divieto di balneazione, un divieto che la nostra Città, la nostra cura dei luoghi, i nostri bilanci opulenti, non sono stati in grado di esplicitare con dei cartelli metallici fissi, diffusi, figurarsi plurilingue.

Il giorno dopo, come sempre il giorno dopo di qualsiasi cosa, figuriamoci delle tragedie, tra nastri da cantiere e quelli adesivi, in un banale foglio A4 e plastica, sono ora stati appiccicati come i saldi, sulla ringhiera e parapetto. Avvisi. Divieti. E tutto è a posto.
Così domani tutto passa, il resto va.

Perché gli avevano, gli stessi di carta e plastica, vandalizzati ci dice l’ordine costituito. E ti domandi se era ieri l’altro, una settimana fa, e fai mente locale e quei cartelli, se ci sono stati, è ben più di un mese, forse due, che non ci sono più.
Tutto legale sia chiaro, niente di penale ancor più chiaro, lì non vi è obbligo di metterli i cartelli. E poi passano spesso i vigili di lì, ci dicono sempre dal potere costituito, per fare i controlli, ma i cartelli non fanno il bagno e quindi non si controllano se ci sono. Prima.
Si mettono dopo.
Così domani tutto passa, il resto va.

È morto un ragazzo di 18 anni, che non è vero per nulla che era uno di noi e che oggi siamo noi la sua famiglia. E non si vuole capire che non serve a nulla, non a lui ma a noi e a tutti, se è della nostra famiglia, se siamo la sua famiglia, nulla dovrebbe cambiare nulla, sul dolore, per interrogarci.
Non lo conoscevamo e non l’avremmo conosciuto. Ed è questo il cuore del tutto, il resto di niente.

Tutto passa, il resto va, se non ci è nemmeno chiaro, oggi, il giorno dopo dell’ennesimo giorno dopo, che non è questione di corone di fiori sul pelo dell’acqua, di divieti divelti, di lutti cittadini, di mance di soldi, di comunque avvilenti silenzi in newsletter istituzionali, se non ci si pone domande, se non ci si danno risposte.

Se tutto cambia tra una fatalità nel lago di casa invece del caracollare in una coop truffaldina di inutile Accoglienza o di mano d’opera sottocosto e ricattabile dentro coop sociali o fabbriche e cantieri, o il disseccarsi in uno dei nostri estesi pomodorifici.

Dopodomani non ci sarà.
Finché è più importante essere buoni che essere giusti.

Lettera firmata