PERDITA DI ADERENZA DELLO PNEUMATICO, COSI’ E’ MORTA SARA PANZERI

LECCO – Asfalto sdrucciolevole e il comportamento di uno pneumatico sarebbero all’origine dell’incidente mortale che ieri sera ha causato la morte di una donna di Brivio, Sara Panzeri, nella galleria san Martino del sottopasso di Lecco. A esplicitarlo è la Polizia stradale di Lecco che in un comunicato spiega che sì ci sono state due cadute in moto nello spazio di cento metri una subito successiva all’altra, ma prive di contatti tra i due veicoli e soprattutto la vittima non è stata arrotata.

Nella galleria, invece, si è assistito ad azioni ispirate al vero spirito civicINCIDENTE ATTRAVERSAMENTO2o con passanti che si sono fermati a prestare soccorso anche a rischio anche della propria incolumità.

Secondo la ricostruzione fatta degli agenti della Polizia stradale di Lecco tutto è accaduto nello spazio di 13 minuti. Poco prima le 18 un motociclo perde aderenza su una curva che vira a sinistra dentro alla galleria. Inutile il tentativo di tenerla in carreggiata. Centro metri di strisciata a terra fino a una successiva curva ne sono la conseguenza. Il pilota però se la cava e riesce, rialzandosi, ad avvisare gli automobilisti in arrivo di quanto è successo.

Alcuni si fermano ad aiutarlo. Neanche dieci minuti, nella seconda curva, dopo si presentano al fatale incontro con il destino i coniugi Bellini, in corsia di sorpasso. Proprio lì, cadono pure loro, in maniera autonoma. “il pneumatico anteriore del motoveicolo perdeva aderenza causando una brusca ed irrimediabile scivolata al veicolo” spiega la Polstrada. Finiscono prima contro il guard rail e per Sara Panzeri non c’è più nulla da fare e poi a terra.

Nel frattempo un automobilista sopraggiunto ha messo la propria auto a difesa dei due coniugi stesi sulla carreggiata e si è prodigato – rischiando la vita – per segnalare agli altri veicoli in arrivo la situazione di pericolo.

Dal comunicato però si deduce che andare in moto in questa stagione non sarebbe per nulla sicuro, soprattutto in galleria dove si accumulano le polveri che rendono l’asfalto sdrucciolevole.
La rigidità del battistrada con l’abbassamento della temperatura può rendere la due ruote di difficile controllo: “Il battistrada verso la spalla del pneumatico, specialmente nei periodi freddi è di consistenza più rigida di quello centrale (che viene utilizzato durante le percorrenze rettilinee). Quando il veicolo si trova ad affrontare una curva, capita che il pneumatico, interessato verso la spalla, non sia in grado di fornire l’aderenza necessaria causando l’improvvisa sbandata”.

Sotto riportiamo, in forma integrale, il comunicato:
Alle ore 14.52 della data in oggetto si è verificato un primo sinistro stradale autonomo con coinvolgimento di motoveicolo che, al km 51.450 nord perdeva il controllo lungo una curva sinistrorsa e rovinava al suolo dopo aver invano tentato di riprendere possesso del veicolo. Conducente e veicolo a terra, dopo una scivolata di circa cento metri interrompevano la corsa nei pressi della successiva curva ad andatura destrorsa, il conducente dimostrava di essere in grado di rialzarsi e richiamare l’attenzione sulla presenza del veicolo in carreggiata.

Alle ore 15.05, nello stesso spazio di galleria, mentre ancora erano presenti in piazzola di sosta alcuni utenti che davano ausilio al primo motociclista protagonista di sinistro stradale, sopraggiungevano (sulla corsia di sinistra) due utenti a bordo del loro motociclo.

Giunti in prossimità della curva ad andamento destrorso presso il km 51.580, il pneumatico anteriore del motoveicolo perdeva aderenza causando una brusca ed irrimediabile scivolata al veicolo in transito.

Il veicolo fuori controllo si arrestava dopo aver cozzato contro il guard rail, nel medesimo urto perde la vita il passeggero (moglie del conducente il veicolo), presumibilmente per il violento trauma contro le strutture di contenimento della strada.

Gli automobilisti che seguivano, hanno immediatamente arrestato i loro veicoli e uno di loro, prodigandosi per impedire tamponamenti e l’arrotamento dei coinvolti nel sinistro e mettendo a repentaglio la propria vita, ha bloccato l’auto a protezione dei motociclisti scendendo a segnalare il sinistro avvenuto, anche se per la trasportata non era ancora stata accertata la drammatica condizione.

Per il secondo dei due sinistri, la causa della perdita di controllo è, allo stato delle ipotesi, da ricondursi al calo di aderenza dato dal fatto che il battistrada verso la spalla del pneumatico, specialmente nei periodi freddi è di consistenza più rigida di quello centrale (che viene utilizzato durante le percorrenze rettilinee).

Quando il veicolo si trova ad affrontare una curva, capita che il pneumatico, interessato verso la spalla, non sia in grado di fornire l’aderenza necessaria causando l’improvvisa sbandata.

A tale situazione tipica dei motoveicoli nella stagione invernale si somma l’endemico accumulo di polvere da sbriciolamento pneumatico e il deposito untuoso residuo di combustione che rendono l’asfalto sdrucciolevole in misura superiore ai tratti di viabilità scoperta.

Si coglie l’occasione per smentire l’ipotesi di arrotamento della vittima da parte di veicolo al seguito della moto coinvolta nel sinistro e l’altra ipotesi di concatenazioni causali tra il primo e il secondo sinistro.

Nei pressi del luogo di impatto del sinistro ad esito mortale si sono (é vero) trovate tracce di materiale inerente il veicolo del primo sinistro ma si esclude il fatto che la seconda caduta possa essere causata da tali residui”.