PER LA PACE IN MEDIO ORIENTE
SI MOBILITA LA SOCIETÀ CIVILE.
UN PRESIDIO LUNEDÌ IN CITTÀ

tavola pace leccoLECCO – Il Comitato lecchese per la pace e la cooperazione tra i popoli e la Tavola della Pace della provincia di Lecco, con riferimento alla gravissima crisi in atto con epicentro in Siria, aderiscono all’Appello nazionale Cessate il fuoco! Fermiamo le guerre in medio oriente! invitano tutti i cittadini a sottoscrivere l’appello ed a partecipare al presidio pubblico lunedì 16 aprile dalle 18 alle 19 in pazza A. Diaz a Lecco.

Anche i lecchesi quindi rilanciano l’appello che ora è di tutte le organizzazioni e singole persone che si impegnano a promuovere iniziative nelle città, nei luoghi di lavoro, nelle sedi sindacali e di partito, nelle parrocchie, nelle scuole, per dimostrare il rifiuto alle guerre in medio oriente e la difesa della vita umana, sopra ogni calcolo o interesse di parte. L’invito è a compiere gesti semplici e personali, per trasformarsi in espressioni di volontà collettiva contro le guerre e contro la vendita delle armi, come appendere le bandiere della pace alle finestre, accendere una candela o mettere un nastro bianco della nonviolenza .

L’appello

Cessate il fuoco !
Fermiamo le guerre in Medio Oriente!

siria guerraDa troppo tempo si muore in Siria, in Palestina, in Libia, in Egitto, in Iraq, nello Yemen, nella regione a maggioranza curda … il Medio Oriente ed il Mediterraneo si stanno trasformando in un immenso campo di battaglia. Ora il rischio della deflagrazione di un conflitto che coinvolga le super potenze mondiali è reale. Le conseguenze possono essere tragiche ed inimmaginabili.
Milioni di persone, in tutto il mondo, di tutte le culture e religioni, stanno dicendo: “Basta guerre, basta morti, basta sofferenze”. E noi con loro.
Guerre producono guerre, le cui vittime sono le popolazioni civili, oppresse e private dei propri diritti fondamentali, primo fra tutti il diritto alla vita.
Vanno fermate le armi, bloccate le vendite a chi è in guerra. Ora, subito. Va fatto rispettare il diritto internazionale: è la sola condizione per proteggere la popolazione civile, fermare l’oppressione e l’occupazione, attivare la mediazione tra le parti in conflitto.
Non si può più attendere e rinviare decisioni e responsabilità. Il limite è superato da tempo. Ora, subito, bisogna aiutare le vittime, curare i feriti, soccorrere chi fugge dall’orrore. Poi bisognerà punire i responsabili, riconoscere alle popolazioni i loro diritti e sostenerle nel percorso democratico, civile, di liberazione.
Noi ci rivolgiamo all’Unione Europea che deve prendere un’azione politica forte di pacificazione coerente con principi e valori fissati nel Trattato, nella Carta Europea dei Diritti Umani, negli Accordi e nelle Convenzioni internazionali. L’Unione Europea faccia da mediazione e riporti al dialogo gli Stati Uniti e la Russia.
Chiediamo al nostro paese di essere protagonista di pace, di mettere in atto il “ripudio della guerra” non concedendo le basi per operazioni militari e di avviare una politica di pace nel Mediterraneo.
Nessuno deve sentirsi impotente. Questo è il momento per tutti di agire per la riconciliazione.
Noi faremo la nostra parte, con le campagne per il disarmo, con gli interventi civili di pace, con la diplomazia dal basso, con il sostegno a chi opera per la pace anche dentro ai conflitti, per dare voce a chi crede ancora nella fratellanza e nella nonviolenza.
Ora, subito.

Rete della Pace