LECCO – Altro che lite a due per un deodorante: una escalation di violenza passata per le minacce, fino alla autentica spedizione punitiva. E ora un 15enne si trova in ospedale a Como al Sant’Anna con una mandibola fratturata, per aver cercato di far restituire una bomboletta di deodorante sottratta in spogliatoio ad un compagno di classe.
E’ tutto sproporzionato in questa storia. Un branco di 17enni che se la prendono con un 15enne da solo. Forse dieci contro uno, a lui sono sembrati venti contro uno. E ora qualcuno si vanta pure della bravata. Tutti stranieri di origine: secondo quanto riferito “un albanese, un sudamericano e il resto ragazzi di coilore, africani”.
La vicenda si è snodata lungo due giorni: nel primo la bomboletta viene presa, il ragazzo che è libanese cerca di aiutare il compagno italiano a cui è stata sottratta. Ma non ce la fa. L’oggetto vola di mano in mano tra i più grandi. Alla fine lo studente desiste. Sembra una scaramuccia finita lì.
Niente affatto. Il giorno dopo il ragazzino viene minacciato all’intervallo sotto gli occhi di una professoressa dell’istituto Parini di Lecco, teatro dei fatti.
E non è tutto, il peggio deve ancora venire: “All’uscita di scuola me li sono trovati tutti addosso e intorno, spinto contro il muro. Separato dai miei compagni che neppure riuscivano a vedere”. Insomma un agguato. “Hanno iniziato a colpirmi con pugni all’addome e alla schiena. Ero immobilizzato e non riuscivo a difendermi, li trattenevo per le magliette ma non bastava” racconta il giovane malcapitato.
Il gruppo era misto, alcuni convergevano da altre scuole, diverse dal Parini. Una vigliaccata. Per fortuna qualcuno ha chiamato il dirigente che si è precipitato a fermare l’aggressione. “E’ arrivato quasi subito il preside, ma proprio uno degli ultimi pugni giuntimi in faccia mi ha fratturato la mandibola. Ora sono in ospedale, domani mi operano e poi ne avrò per quaranta giorni”.
Ha un racconto filante e tranquillo, tracce di una grande maturità nella voce questo ragazzo che racconta in prima persona e solo alla fine lascia il telefono al padre: “Abbiamo sporto denuncia e speriamo che la giustizia faccia il suo corso – dice l’uomo, aggiungendo una amara constatazione – Se si lasciano correre episodi come questi finiremo per rimanere da soli se ci capita qualcosa, nessuno sarà più disponibile a dare una mano perché volterà la testa altrove e farà finta di non vedere”.