OSSERVATORIO SULLA MAFIA
IN LOMBARDIA: RISCALDATI
CONTESTA LA RICERCA

RISCALDATI ufficialeLECCO – “Sono scettico verso le indagini fatte da istituti laici, che non lavorano sul campo”. Esordisce così Marco Riscaldati, comandante provinciale dei carabinieri, e avanza le sue perplessità al professor Caneppele che ha condotto la ricerca sulle infiltrazioni mafiose in Italia.

“Ho lavorato in Calabria, a Napoli e a Brescia per molti anni – spiega il comandante -, gli istituti di ricerca analizzano dati, ma non hanno le competenze di chi fronteggia in maniera attiva la criminalità organizzata”. Il primo aspetto che contesta Riscaldati è il periodo (2001-2012) preso in esame dai ricercatori: “è troppo ampio – commenta – le mafie non sono statiche, sono una specie di magma con fortissime evoluzioni al suo interno e analizzando un arco temporale così lungo si rischia di non tener conto di alcune dinamiche fondamentali”.

PISTOLA criminalità organizzata“La dilatazione dei tempi porta ad annacquare i dati stessi- continua – e si finisce per discutere su fattori ormai lontani dalla realtà”. A preoccupare il comandante è anche la possibilità che alcuni dati possano trarre in inganno l’opinione pubblica e dare una lettura errata del fenomeno osservato.

A tal proposito dichiara: “Leggere che a Lecco ci sono più imprese confiscate che a Lecce, Salerno o Brindisi può erroneamente indurre a pensare che nel nostro territorio la criminalità organizzata operi maggiormente che altrove”. “Il dato sulle imprese confiscate poi – continua – andrebbe disaggregato: non esistono aziende che nascono come mafiose, ma si dividono in imprese infiltrate o contigue alla criminalità organizzata, fondate da imprenditori normali che si trovano a dover scendere a patti o collaborare con organizzazioni di stampo mafioso in un secondo tempo”.

A non convincere Riscaldati sono anche alcuni numeri risultati dalla ricerca e afferma che “mi sembra risibile che lo 0.4% di introiti mafiosi provenga dal gioco d’azzardo e il fatto che la ‘ndrangheta ricavi dalla Lombardia 1/7 delle proprie entrate stride con l’opinione pubblica, così sembra che questa regione sia la nuova terra di mafia”.

Parole che non mancheranno di suscitare reazioni da parte di chi denuncia da tempo la penetrazione delle mafie proprio nel nostro territorio.