“OMICRON PORTA I NOVAX
IN TERAPIA INTENSIVA”.
MA LECCO HA ANCHE
IL RECORD DI VACCINATI

LECCO – Per i non vaccinati non c’è differenza tra variante Omicron e virus di Wuhan: il Covid colpisce con le medesime, pesanti, caratteristiche cliniche. A parlare sono i dati resi noti dell’Asst di Lecco.

“Omicron è ormai prevalente, rappresenta più dell’88% dei casi in Regione – spiega Stefania Piconi, direttrice dell’unità di Malattie Infettive – e così è anche da noi, dove non sequenziamo casi di variante Delta da prima di Natale. Le forme gravi sono tutte su pazienti no-vax, Omicron li porta in terapia intensiva senza differenza col virus di Wuhan, mentre per i vaccinati la nuova variante è paucisintomatica”.

L’ospedale ‘Manzoni’ conta oggi 136 pazienti positivi, di cui dodici in C-Pap, quattro dei quali di elevata importanza, e dieci in terapia intensiva. Tra i malati Covid in rianimazione l’80% non è vaccinato mentre la restante parte è comorbida (ovvero coesistono patologie diverse) e con due dosi di vaccino assunte lontane nel tempo. No-vax in maggioranza anche tra i pazienti acuti, il 55%, che coincidono con la totalità dei Covid-positivi più impegnativi.

Complessivamente la struttura ha a disposizione 166 posti letto Covid e nei casi più lievi interviene in day hospital o con terapie domiciliari. A disposizione dell’ospedale di Lecco anche una cinquantina di cosiddette “pillole anti-Covid“, ma ancora non prescritte, preferendo al momento il più efficace farmaco che si somministra in vena. Inoltre in questa fase l’Asst ha rallentato le sedute operatorie, garantendo però i malati oncologici e le urgenze, e deve far fronte all’assenza per positività o quarantena di oltre un centinaio di operatori (la statistica più recente include 17 medici, 69 infermieri e una decina di tecnici, oltre al personale sociosanitario e amministrativo).

“Le vaccinazioni non possono impedire come un muro il passaggio del virus – spiega il direttore Paolo Favini – ma impediscono che il virus sia deflagrante”. Un messaggio che la maggior parte della popolazione lecchese sembra comunque avere colto. Il territorio infatti si pone al primo posto in Lombardia per vaccinazioni, con 261.346 prime dosi inoculate (il 78% sulla popolazione totale di 332.593 cittadini) e 278.359 (83%) di seconde dosi.

Procede a pieno regime anche la somministrazione delle dosi booster, 168.497 quelle inoculate a ieri quando si è superato il 50% della popolazione. Nelle prime due settimane di gennaio si sono presentate nei centri vaccinali anche oltre 4mila cittadini non vaccinati per ricevere la prima dose.


C.C.