LECCO – L’assassino di Maria Adeodata Losa, uccisa nel pomeriggio di giovedì e ritrovata cadavere sabato nella sua abitazione di via Piave a Sogno (Torre de’ Busi), ha 48ore di vantaggio ma gli inquirenti sono fiduciosi. L’autopsia eseguita ieri sul corpo dell’anziana ottantottenne ha confermato data del decesso e modalità: delitto consumato nella seconda parte di giovedì con due coltellate (arma mai trovata), al petto e sotto la mascella, inferte con violenza e senza alcuna colluttazione.
Ciò significa, spiega Andrea Morleo su Il Giorno, che c’è la possibilità che l’assassino conoscesse la vittima. Chi indaga non lo ammette ancora apertamente ma si scava soprattutto tra quanti conoscevano la vittima e la sorella Leonilda di 96 anni, da due a letto inferma e ora ricoverata in ospedale: parenti alla lontana, vicini di casa, o qualcuno che in qualche modo aveva contatti con le due donne.
Solo ipotesi comunque al momento perché gli inquirenti non lasciano trapelare alcun dettaglio, segno che le indagini sono serrate e non c’è la minima voglia di regalare altro terreno al killer che ha agito così barbaramente. Colpi letali, segno – si dice – di un possibile raptus di follia, un delitto d’impeto.
I carabinieri coordinati dal sostituto Paolo Del Grosso sperano di dare una risposta quanto prima anche all’incognita testimoni, ma a non tornare è anche il gesto di aprire il gas prima di fuggire.
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