OGGI NEL TEMA DI MATURITÀ/
ITALO CALVINO ALLE RADICI:
L’IMPORTANZA DEI RACCONTI

italocalvinoLECCO – Italo Calvino, col suo splendido Il sentiero dei nidi di ragno, è il temuto protagonista della prima prova di maturità. Lo scorso febbraio Il Fascino degli Intellettuali  dedicò un approfondimento all’intellettuale partigiano e ai suoi racconti, addentrandosi in quella “preistoria calviniana” dove tra lo scetticismo pessimista l’autore pose le basi per la fede positiva nell’uomo e nella scrittura.

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Tra gli scrittori più amati, citati, studiati e in parte anche abusati del Novecento italiano brilla Italo Calvino. Noto soprattutto per una delle sue sfumature, quella più sognante, avvolta in un’aura fantastica, quasi sovrannaturale. Multiforme, leggero, cristallino nell’uso della lingua e con uno stile adatto a più livelli di lettura: di Calvino si è scritto, si è pensato, si è immaginato proprio tutto.

Le sue opere sono state analizzate, sezionate, scomposte in mille pezzi. La critica ha avuto fin troppo pane per i suoi denti e la scuola italiana ha fatto di lui uno degli autori portanti nei programmi di studio sin dalla tenera età. La trilogia de I nostri antenatiLe cosmicomiche e Le città invisibili è tra i titoli più noti della nostra letteratura. Eppure Calvino rivela ogni volta qualcosa di inedito, cambia continuamente le nostre prospettive, e, se si è disposti ad andare oltre quello che di lui da sempre ci è famigliare, mostra al lettore un volto molto più sfaccettato.

Per esempio, che cosa sappiamo del Calvino delle origini? Quel Calvino appassionato di fumetti, cinema e teatro, così poco studiato perché ancora titubante sulla grana della propria stoffa, orgogliosamente impaurito all’idea di restare impantanato nel sottobosco della mediocrità letteraria da eccedere nel suo perfezionismo e travestito da agronomo per volere della famiglia?

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