NELL’ECONOMIA LECCHESE
CRESCONO IMPORT ED EXPORT.
METALMECCANICA LEADER

camera commercio ingressoLECCO L’osservatorio economico provinciale della Camera di Commercio divulga una nota informativa sull’import e l’export lecchese nel 2014. Secondo i dati provvisori del 2014 il saldo della bilancia commerciale lecchese resterebbe ampiamente positivo, in crescita di 1,5 miliardi di euro. Leader si confermerebbe il settore metalmeccanico tanto nell’export (38,2% del totale provinciale) quanto nell’import (36,4%).

 

Le esportazioni della provincia di Lecco nel 2014 sono state pari a 3,7 miliardi di Euro (+0,1% rispetto al 2013, contro il +1,4% lombardo e il +2% italiano). Le importazioni ammontano a 2,2miliardi di Euro (+6,3%, a fronte del -0,3% regionale e del -1,6%nazionale).

Pertanto, il saldo della bilancia commerciale lecchese – ovvero la differenza tra esportazioni e importazioni – nel 2014 è stato pari a+1,5 miliardi di Euro(-7,7%). Il saldo lombardo è negativo: -300 milioni di Euro (+85,7%), mentre quello italiano è positivo: +43 miliardi di Euro (+48,3%). Entrambi migliorano anche per effetto del calo dei costi delle materie prime energetiche e per il miglioramento del tasso di cambio Euro/dollaro.

“L’apertura verso nuovi mercati, la creazione di reti e filiere ‘glocal’ sono leve strategiche per la crescita delle MPMI del territorio”: questo il commento del Presidente della Camera di Commercio di Lecco Vico Valassi, che aggiunge: “Rispetto alle aziende concentrate sul solo mercato interno, quelle che si proiettano verso l’estero hanno tenuto e hanno consolidato le loro posizioni, hanno aumentato i fatturati, hanno assunto dipendenti, hanno realizzato investimenti di ampio respiro”.

“Guardando al tessuto economico produttivo lecchese, ci conforta l’alta propensione all’export, data dal rapporto tra valore delle esportazioni e valore aggiunto complessivo. Il nostro territorio vanta un indice nettamente superiore alla media regionale e nazionale: Lecco 43,2%; Lombardia 33,4%; Italia 27,3%”, puntualizza il Presidente Valassi.“Analogo discorso vale per il ‘grado di apertura commerciale’, che misura il livello di integrazione economica internazionale di un’area geografica: anche in questo caso Lecco (68,8) evidenzia un valore più alto della media regionale (67) e nazionale (51,6)”.

“Questi dati vanno letti alla luce degli esiti emersi dalla Ricerca ‘Scenari della Lecco futura’ presentata a metà maggio con il Consorzio AASTER e consultabile sul sito camerale: dobbiamo continuare a sostenere le aziende manifatturiere ad alta crescita (cosiddette ‘avanguardie agenti’) per connetterle e integrarle sempre più nel tessuto economico locale e globale, rafforzando al contempo il legame e il radicamento territoriale”. Il Presidente Valassi conclude: “Il settore manifatturiero – che contribuisce in maniera sostanziale all’export e al saldo commerciale ampiamente positivo dell’area lecchese – resta il ‘cuore’ della nostra economia: vi opera il 35,6% delle imprese registrate (circa 9.500, incluse le oltre 1.700 del Distretto Meccanico e le 200 del Distretto Tessile) e produce il 40,6% del valore aggiunto totale provinciale (quota molto superiore alla media lombarda e nazionale, 26,9% e 23,3%)”.

L’andamento settoriale dell’export

Anche nel 2014 il contributo all’export lecchese è provenuto prevalentemente dai prodotti in metallo (38,2% del totale), dai macchinari (25,1%) e dai prodottitessili (“sistema moda”, 7,1%). L’export della chimica-gomma rappresenta il 6,1% del totale; quello dei mezzi di trasporto il 5,7%,seguito dall’alimentare con il 5,4%.

I comparti che hanno fatto registrare la miglior performance rispetto al 2013 sono l’agricoltura e il sistema moda (rispettivamente +54,2% e +10,8%). I prodotti in metallo, pur con una crescita percentuale contenuta (+2,4%), mettono a segno un aumento dell’export di 33,1 milioni di Euro. Tra i principali settori evidenziano un calo delle esportazioni solo l’alimentare e la chimica-gomma (rispettivamente -8,6% e -6%).

Mercati di sbocco

Il mercato di sbocco principale del “Made in Lecco” è tuttora quello europeo (77,7% delle esportazioni), anche se risultano in crescita quello americano (8,4% dell’export totale, +10,8%) e dell’Oceania (solo lo 0,7%, ma +35,7%).

LaGermania si conferma primo Paese destinatario dell’export lecchese con circa 840 milioni di Euro, ovvero il 22,5% del totale, seguita dalla Francia (440 milioni di Euro, 11,7%), dal Regno Unito (205 milioni di Euro, 5,5%), dagli Stati Uniti (oltre 200 milioni di Euro, 5,4%) e dalla Spagna (quasi 150 milioni di Euro, 4%).

In crescita l’export lecchese verso gli Stati Uniti (31,7 milioni di Euro in più rispetto al 2013, +18,5%), la Germania (8,6 milioni di Euro in più, +1%) e la Spagna (8,1 milioni di Euro in più, +5,8%).

L’andamento settoriale dell’import

Con riferimento allimport nessun settore mostra cali; quello principale è sempre il metalmeccanico (803,3 milioni di Euro, pari al 36,5%), seguito dai prodotti chimici (10,4%), dagli alimentari (8,9%) e dal legno-carta (6,2%). In sensibile crescita le importazioni dei mezzi di trasportoe dello stesso legno-carta (rispettivamente +77% e +24%).

Mercati di approvvigionamento

Anche per le importazioni il mercato principale resta quello europeo (86,3% del totale), ed è pure in crescita (+8%). Diminuisce l’import della nostra provincia dall’Africa, dall’Oceania e dall’America (rispettivamente -20,6%, -27,3% e -7,4%); viceversa cresce quello proveniente dall’Asia (+2,7%).

I principali Paesi da cui Lecco importa merci sono la Germania (circa 574 milioni di Euro, vale a dire il 26% dell’import totale), la Spagna (circa 220 milioni di Euro, cioè il 10%), la Francia (115 milioni di Euro, 7,5%), la Cina (124 milioni di Euro, 5,6%) e il Regno Unito (120 milioni di Euro, +5,5%).

In crescita le importazioni dalla Germania (62,5 milioni di Euro in più rispetto al 2013, +12,2%) e dal Regno Unito (26,2 milioni di Euro in più, +27,7%).

Con riguardo ai principali Paesi che scambiano merci con la provincia di Lecco, solo Spagna e Cina hanno un avanzo commerciale: rispettivamente +72,3 e +45,6 milioni di Euro.