LECCO – Martedì 20 febbraio si è riunita la Commissione consiliare seconda per trattare due argomenti: l’approvazione delle modifiche allo statuto di Linee Lecco per l’adeguamento alle disposizioni per le società in-house e l’approvazione del progetto di aggregazione delle società partecipate da Lario Reti Holding. Dopo aver discusso il primo punto, si sarebbe dovuto procedere con la Commissione “a porte chiuse”, così come deciso a larga maggioranza dalla Commissione Capigruppo riunitasi il giorno precedente, ma ciò non è stato possibile per l’opposizione di alcuni Consiglieri che ritenevano ciò lesivo dei propri diritti e di quelli dei cittadini. Alla luce di quanto successo e delle imprecisioni apparse nei giorni scorsi sulla stampa locale, a beneficio di tutti, Consiglieri e cittadini, ritengo necessario fare alcune puntualizzazioni partendo dai documenti relativi all’argomento in questione.
Con una prima mail sono stati inviati ai Consiglieri l’accordo quadro tra le società coinvolte nel progetto di aggregazione e la proposta di deliberazione consiliare, specificando che, con una mail successiva, sarebbero stati inviati altri documenti classificati come “informazioni privilegiate” – quali il piano strategico per il piano industriale, le attività consentite nel periodo interinale e il documento illustrativo dei poteri – ai Consiglieri che ne avessero fatto esplicita richiesta accompagnata dalla firma dell’Impegno di riservatezza. Questo per garantire a tutti i Consiglieri il diritto di ricevere tutti i documenti relativi al progetto di aggregazione, senza nessuna intenzione di voler nascondere alcunché, come qualche Consigliere, nemmeno troppo velatamente, ha affermato nel corso della suddetta Commissione.
Riguardo alle citate “informazioni privilegiate”, l’art. 181 del TUF (Testo Unico della Finanza) definisce tali le informazioni relative a uno o più società quotate in borsa, che, se rese pubbliche, potrebbero influire in modo sensibile sui prezzi delle azioni di tali società o comunque potrebbero favorire comportamenti speculativi. Pertanto, non è corretto affermare che il Sindaco o la Giunta o il Presidente del Consiglio o la Commissione Capigruppo hanno potuto decidere in autonomia che queste informazioni sono “segrete”, perché esse lo sono già per la loro stessa natura come stabilito dalla stessa legge.
L’art. 184 poi, vieta, pena la commissione di un reato, a chiunque in possesso di informazioni privilegiate in ragione dell’esercizio di una funzione, anche pubblica, di comunicarle ad altri, cioè al di fuori del normale esercizio della propria funzione. Ne deriva che, se i Consiglieri durante il prossimo Consiglio volessero discutere anche di tali informazioni privilegiate, dovranno essere messi nella condizione di farlo senza il rischio di incorrere nel reato di cui sopra. Diversamente, se i Consiglieri dovessero decidere di discuterne in seduta a porte aperte, non potranno citare alcuna delle informazioni privilegiate di cui sopra.
Premesso tutto ciò, è del tutto evidente che la decisione presa dalla Commissione Capigruppo a larga maggioranza è da intendersi sia come una misura a tutela dei Consiglieri e sia come una possibilità data a loro di discutere sulla totalità dei documenti relativi al progetto di aggregazione prima di esprimere il proprio voto. Detto questo, vorrei precisare che, anche qualora il Consiglio dovesse decidere di procedere alla discussione a porte aperte, senza quindi poter citare alcuna informazione privilegiata, ciascun Consigliere, in forza della possibilità avuta di poter accedere a tutti i documenti relativi al progetto di aggregazione, potrà esprimere il proprio voto pienamente consapevole di ciò che sta votando.
Concludo con una piccola nota relativa alla convocazione del prossimo Consiglio, dove è stato citato, in modo non del tutto preciso, l’art. 45 del Regolamento di funzionamento del Consiglio Comunale, in quanto esso consente di discutere “in forma segreta” (infelice formulazione!) argomenti inerenti solo alle persone, quali le capacità, la moralità, la correttezza o per esaminare fatti e circostanze che richiedono valutazioni delle qualità morali, delle capacità professionali e delle condizioni di salute. Pertanto, detto rimando è da intendersi solo in ordine alle modalità concrete di tenuta della discussione consiliare. Detto questo, confermo che la decisione della Commissione Capigruppo di discutere l’ordine del giorno sul progetto di aggregazione “a porte chiuse” è comunque legittima, anche se non specificamente prevista nel regolamento come caso particolare, in quanto assunta da un organo collegiale nell’ambito dell’autonomia organizzativa e funzionale del Consiglio comunale manifestata – come detto – nella competente sede della Commissione Capigruppo, autonomia esplicitamente riconosciuta a livello legislativo, statutario e regolamentare per ogni assemblea, democraticamente eletta, e direttamente rappresentativa della comunità amministrata. Spero che questo mio intervento sia stato utile per fare chiarezza.
Giorgio Gualzetti
Presidente del Consiglio Comunale di Lecco