MONTE BARRO RUNNING,
GARA CHE ENTUSIASMA.
VINCONO BRAMBILLA E BILORA

GALBIATE – È di Danilo Brambilla (Falchi Lecco) e Martina Bilora, atleta in forza ai Falchi olginatesi, l’onore di iscrivere il proprio nome sull’albo d’oro della decima edizione della Monte Barro Running dedicata alla memoria di Luigi Galbiati. Organizzata dal gruppo podistico Libertà di Galbiate, la gara in montagna si è sviluppata su un tracciato di 16km e 400 metri, il tutto in un percorso suggestivo che ha fatto anche tappa per due volte nel circuito (1600 metri) in paese quindi sullo sterrato, sino ad arrampicarsi in vetta al Barro (922), da qui la discesa verso il traguardo ubicato nei pressi della chiesa. Si sono imposti Brambilla tra gli uomini e Bilora nelle ladies, un successo schiacciante per entrambi, netto alla fine il loro vantaggio sui più diretti inseguitori.

Giusto ricordare che prima dei grandi è stato dato spazio alla prova per i ragazzini dai sei ai 14 anni, tanto per integrare compiutamente anche le giovanissime leve nell’evento avvicinandoli a uno sport di fatica dove si impara davvero molto. Una giornata davvero splendida ha reso indimenticabile anche sotto il punto di vista ambientale (panorama mozzafiato) il raid galbiatese dei residenti ma non solo.

Al termine della competizione da prassi ecco le premiazioni: sul palco hanno preso la parola diversi protagonisti, microfono aperto dunque a Pietro Galbiati figlio di Luigi a cui è stata intitolata la gara. “Mio padre sarebbe felice di vedere tanta passione verso lo sport, in cui non vi sono secondi fini, un motore che dà ossigeno alla testa e emoziona il cuore. Grazie davvero a tutti”. Giusto ricordare che alla signora Lina, vedova Galbiati, è stato offerto un omaggio floreale.

In rapida successione ecco il presidente del parco del Monte Barro Paola Golfari: “È stata una bellissima festa, organizzata davvero bene, un percorso mozzafiato, insomma complimenti ai protagonisti”. Il sindaco Giovanni Montanelli racconta: “Lo sport e la condivisione aiutano a vivere educatamente, sono un esempio da seguire. Un grazie anche alla parrocchia che ha messo a disposizione gli spogliatoi dell’oratorio, insomma solo con la massima compattezza si ottengono dei buoni risultati”. Don Erasmo invece spezza una lancia verso gli emarginati, ecco il suo pensiero: “È stato bello radunare gli isolati, vedere chi solitamente non vive il paese essere lì presente. Che la benedizione del Signore cada su tutti noi”. Così il presidente del gruppo podistico libertà Galbiate Fabrizio Panzeri: “Siamo davvero soddisfatti, tutto è andato per il meglio, è stato giustamente allungato il percorso causa la strada chiusa per il discorso dell’amianto. Una gara a cui hanno aderito ben 480 atleti, una decima edizione in definitiva che ci ha regalato tante gioie, la prossima edizione? Abbiamo tempo per pensarci, ora mi voglio gustare sino in fondo gli attestati di stima da parte dei protagonisti. Tutto è filato liscio e nei siamo orgogliosi, grazie al lavoro di tutti i volontari perché senza chi sta dietro le quinte non si potrebbe far assolutamente nulla”.

Due battute ora con i vincitori. Precedenza a Martina Bilora del gruppo escursionisti Falchi olginatesi, prima con un vantaggio (1h 37’ 13”) di 5’ 56” su Chiara Fumagalli (I Bocia di Verano Brianza). terza la sua compagnia di colori Laura Basile. “Sono davvero contenta – commenta la vincitrice -, arrivavo da uno stop per infortunio, vincere è stata quasi una rinascita, indubbiamente una delle corse più belle a livello regionale”.

Danilo Brambilla, oro tra i maschi in 1h 19’ 48” davanti ai compagni di squadra della Falchi Lecco Eros Redaelli (a 2’ 7”) e Daniele Gilardi, sottolinea: “Sono contendo di aver partecipato a una gara sempre emozionante; organizzata a puntino. Un tracciato davvero ben studiato, preparato con il giusto ritmo tra difficoltà e recupero, mi auguro di ripetere l’esperienza. Il passaggio in vetta al Barro è stato unico assolutamente spettacolare”.

Per la cronaca primo galbiatese al traguardo è Mauro Panzeri (Gefo), 37esimo all’arrivo in 1h 39’ 24”.

Alessandro Montanelli