MONTAGNA/STEFAN GLOWACZ:
ALPINISTA E AVVENTURIERO
TRA SOGNO E REALTÀ

Stefan-Glowacz sport specialistSIRTORI – Arrampicatore, alpinista, esploratore, avventuriero e anche imprenditore. Tutto questo e molto ancora è Stefan Glowacz: tedesco, classe 1965, che da trent’anni fa parlare di sé e delle sue imprese verticali in tutto il mondo. Ieri sera allo Sport Specialist di Sirtori ha richiamato un vastissimo pubblico proveniente da tutta la provincia di Lecco e non solo, a cui ha raccontato la sua evoluzione sportiva da imbattibile campione e garista a esploratore forse un po’ folle.

Come egli stesso ricorda la sua storia comincia nel 1985, quando a Bardonecchia vince la prima gara internazionale di arrampicata sportiva, confermandosi medaglia d’oro anche nel ’87, ’88, ’89 e ’92, quando la manifestazione si era ufficialmente trasferita ad Arco di Trento e aveva preso il nome di Rock Master. Nel 1993 si congeda dal mondo delle gare e torna a guardare al suo primo amore, la montagna, col desiderio però di riuscire a compiere l’impresa di portare il livello atletico raggiunto in ambiente alpinistico, scalando possibilmente in stile “Rotpunkt”, cioè utilizzando solo gli appoggi e gli appigli offerti dalla roccia per salire.

Ma a Glowacz neanche questo basta, all’ambizione di scalare difficoltà molto elevate – fino al decimo grado – sulle vie di montagna, si unisce quella di scoprire posti nuovi e incontaminati e di farlo con la massima correttezza e un senso etico, che lo spinge ad abbandonare letteralmente la civiltà per esplorare posti sconosciuti, scovare le più belle pareti, salirle e poi tornare di nuovo “sul nostro pianeta”, il tutto utilizzando esclusivamente le proprie forze fisiche e mentali.

Stefan-Glowacz sport specialist pubblicoQuesto il mix di elementi che ha caratterizzato l’ultima incredibile impresa dell’arrampicatore tedesco: la spedizione all’Isola di Baffin, situata tra la Groenlandia e la Baia di Hudson, effettuata nella primavera del 2008 con la quale Stefan ha aperto la via “Take the long way home” (700 m, 8a+, A4), in una zona mai visitata prima dagli alpinisti, ma solo sorvolata dagli aerei.

Durante la serata sono stati proiettati i video e le immagini di questa avventura che ha dell’incredibile. Glowacz e i suoi compagni sono partiti da un piccolo villaggio di Inuit, trasportando loro stessi le slitte cariche di provviste per le sei settimane previste; hanno percorso a piedi i 450 km che li separavano dalle pareti che volevano esplorare e una volta arrivati hanno montato il campo base, dovendo fare i conti con le rigide temperature che toccavano i -30° e… con gli orsi polari!

Una volta raggiunta la parete hanno dovuto selezionare con cura la roccia: era necessario che fosse esposta a sud e che fosse nera, così che i raggi solari avessero portato almeno a zero i gradi delle pareti ed esse si potessero scalare a mani nude e quindi in stile “free”. Con dieci giorni di permanenza verticale e 4 di scalata Glowacz e compagni sono arrivati in vetta e da lì si sono imbarcati nel viaggio di ritorno al villaggio di circa un mese.

Un racconto che grazie anche alle suggestioni dei supporti multimediali ha lasciato l’intero negozio a bocca aperta, con la soddisfazione di Carlo Caccia (Camp – partner aziendale del tedesco) e del padrone di casa Sergio Longoni, che coglie l’occasione per comunicare un’importante novità: da domenica D.F. Sport Specialist debutta nella serie A di calcio come sponsor ufficiale del Genoa.

Manuela Valsecchi