MILANO – Oggi, venerdì 7 ottobre, sono scesi in piazza migliaia di studenti da tutta la Lombardia. Dopo gli ultimi avvenimenti e politiche portate avanti dal governo non si può più stare a guardare: è evidente che nei piani del governo non c’è spazio per una democrazia alternativa a quella proposta dall’alto.
“Oggi siamo scesi in piazza per una democrazia dal basso, vera, che non alteri la volontà popolare, ma la rispetti. Per far sì che lo sia nel paese, come in ogni luogo del sapere, decidiamo noi. Per questo abbiamo portato avanti la nostra contrarietà alla riforma costituzionale, un NO che non è solo negare sterilmente, ma un No costituente” oggi il NO si è calato dagli studenti, provenienti da Lecco e dalle altre province lombarde, con una striscione, visibile da tutta la piazza.
Con l’entrata in vigore della buona scuola, le scuole si sono trovate assolutamente impreparate nell’organizzazione dell’alternanza scuola lavoro, con esiti spesso devastanti. “Non è possibile che gli studenti si ritrovino a fare fotocopie in luoghi che potrebbero avere grandi potenzialità per il percorso formativo dello studente in stage, tutto ciò a suoi danni” afferma Ivan Riboldi, coordinatore dell’Unione degli studenti Lombardia. “Riteniamo che l’importanza dello stage stia appunto nell’essere formativo per lo studente, nell’essere un momento di crescita, nel caso in cui queste basi vengano meno, perde la sua utilità l’alternanza scuola-lavoro, anzi rischia di essere anche dannosa. Non vogliamo stage che siano occasione di sfruttamento gratuito o in cui gli studenti vengano chiusi in stanze a perdere tempo, senza ricevere alcun tipo di formazione”.
Si esigono tutele e diritti per gli studenti e le studentesse in stage e un’alternanza scuola-lavoro formativa per davvero. I tagli al diritto allo studio ogni anno che passa si fanno sempre maggiori, questo chiaramente a scapito degli studenti delle scuole pubbliche che, paradossalmente, si ritrovano con le briciole dei fondi regionali, perché i tre quarti dei 42 milioni stanziati dalla regione Lombardia sono destinati alle scuole private e paritarie. Il diritto allo studio è sancito dalla costituzione, per questo ogni studente deve avere la possibilità di finire gli studi, nonostante viva in una situazione economica difficile.
“Non è più accettabile che gli studenti debbano spendere cifre enormi per libri e abbonamenti per i mezzi pubblici. Appare evidente come sia necessario la creazione di un welfare a misura di studente che agevoli, sotto tutti i punti di vista, il suo percorso formativo, che rimuova gli ostacoli tra lo studente e la sua formazione scolastica” sostiene Davide Vismara, dell’Unione degli studenti Milano.
Anche nel resto della regione ci sono state mobilitazioni: a Bergamo, un’assemblea ha discusso delle problematiche delle scuole; nel pomeriggio, a Varese ci saranno banchetti per il no al referendum e il diritto allo studio; a Como un’assemblea di studenti discuterà su come legare il mondo della scuola e l’emergenza migranti del territorio.