OGGIONO – Con una lettera i cittadini di Oggiono che hanno firmato l’istanza di revoca per l’autorizzazione alla ATI che avrebbe collocato 22 richiedenti asilo negli alloggi di via Bersaglio ringraziano le istituzioni, Provincia e Comune, che hanno ascoltato la loro posizione. Tuttavia chiedono di non essere strumentalizzati per battaglie non loro, anzi precisano di ritenere necessarie azioni e politiche di accoglienza, gestite però in un modo diverso da quello che ha coinvolto il loro quartiere.
I firmatari della “istanza di revoca”, indirizzata alla Provincia di Lecco e fatta propria dal Comune di Oggiono (che ha consentito di escludere dalla graduatoria l’ATI che avrebbe collocato 22 richiedenti asilo negli alloggi di via Bersaglio), desiderano in primo luogo ringraziare le Istituzioni locali che hanno dimostrato di saper comprendere e leggere le situazioni locali e particolari, senza imporre per forza decisioni dall’alto. In particolare, la Provincia di Lecco, in persona della dirigente del settore Dott.sa Barbara Funghini, che ha mostrato preparazione, sensibilità e competenza nell’esaminare i motivi addotti dai residenti al Bersaglio, ed anche prontezza nel concludere il procedimento.
Ringraziamo anche il Sindaco di Oggiono che, al di là delle legittime (e condivisibili o non condivisibili) opinioni, si è mostrato vicino ai cittadini oggionesi ed ha supportato le motivazioni portate dai residenti alla stazione appaltante provinciale nell’istanza da loro sottoscritta. Non stiamo a fare dietrologie sui motivi per cui la nostra istanza sia stata mandata in ritardo alla Provincia: è vero che se quell’istanza fosse stata inoltrata dal Comune alla Provincia tempestivamente, la stazione appaltante avrebbe escluso immediatamente l’ATI delle cooperative siciliane dalla graduatoria, ma comunque in questi giorni e quindi prima che fosse troppo tardi, tutto si è risolto comunque come auspicato.
Questo significa che quando i cittadini si mobilitano e fanno fronte comune – ed attenzione, non necessariamente passando ai fatti o alle azioni plateali, ma anche aderendo semplicemente ad iniziative civili e pacifiche come una raccolta di firme su un documento – ed intrattengono rapporti di collaborazione con istituzioni locali serie ed attente, spesso si arriva a risultati soddisfacenti.
Infine, una precisazione magari banale ma non scontata: i cittadini residenti ad Oggiono in zona Bersaglio e Bachelet, non sono un manipolo di xenofobi individualisti che si oppongono a tutti i costi all’accoglienza diffusa di profughi e persone richiedenti asilo. In questi giorni infatti si leggono anche attacchi e strumentalizzazioni politiche su questo. La stragrande maggioranza di questi cittadini sono profondamente convinti della necessità di concrete azioni e politiche di accoglienza, che siano gestite in maniera però condivisa con enti locali e popolazione locale, e soprattutto individuando i luoghi e le strutture idonee ad accogliere queste persone, che vanno aiutate. Bisogna conoscere le situazioni concrete prima di parlare, spesso a slogan (xenofobi e carichi di egoismo da una parte, superficialmente buonisti e populisti da altre parti), “sulla pelle” degli altri: la collocazione negli appartamenti della Cooperativa Brianza Nuova di via Bersaglio, a prescindere dalla carenza di requisiti di legge (che ha portato al provvedimento di esclusione dalla graduatoria), erano per moltissime evidenti ragioni di buon senso, quanto di più inadatto, assurdo e contrario ad ogni logica di buona interazione ed accoglienza che dovrebbe essere alla base di ogni singolo progetto di accoglienza diffusa. In questo, forse, il progetto “pilota” della provincia lecchese è ancora carente e da affinare.
NIENTE PROFUGHI A OGGIONO,
“MERITO” DEL SINDACO FERRARI?
NO, SOLO DELLA BUROCRAZIA