MATRIMONIO TRENORD E ATM:
LEGGE REGIONALE CUCITA APPOSTA
LA DENUNCIA DI LEGAMBIENTE

legambienteMILANO – Duro l’intervento di Legambiente, nella persona di Dario Balotta responsabile regionale del settore trasporti, sulla legge varata dalla Regione il 29 dicembre. Questa norma infatti consentirebbe agli enti locali di estendere, senza gara di appalto, i contratti per quei soggetti gestori di servizi che intendono compiere operazioni di fusioni con altre realtà. Una legge, denuncia Legambiente, che sembra pensata apposta per agevolare Atm, che starebbe pensando all’incorporazione con Trenord.

La Regione ha già fatto il suo regalo di nozze. Nella legge regionale varata lo scorso 29 dicembre 2016 all’articolo 5 un escamotage per evitare la gara all’Atm che ha la concessione in scadenza. Recita l’articolo: “gli enti locali competenti, estendono la durata dei vigenti contratti di servizio […], qualora i relativi soggetti gestori o i loro azionisti deliberino, entro il 30 giugno 2017, operazioni di natura straordinaria di integrazione societaria del soggetto gestore nell’ambito di società quotate nei mercati regolamentati”.

L’estensione del contratto di servizio di Atm eviterebbe la gara per la concessione in scadenza in caso di accordo, entro il 30 giugno 2017, per una fusione societaria che sembra cucita addosso all’ipotesi di matrimonio con Trenord (50% fs e 50% fnm). Mentre in tutta Europa i servizi di trasporto pubblico sono stati rilanciati grazie  ai processi di liberalizzazione, che hanno consentito la concorrenza, la crescita qualitativa dei trasporti pubblici ed evitato le ricorrenti emergenze smog.

logo_ATM_trenordFusioni ed incorporazioni tra aziende di trasporto andrebbero autorizzate a valle di “veri” processi di liberalizzazione a differenza della legislazione nazionale e regionale che si è sempre ben guardata dall’adottare norme che regolano la competizione. Fa bene quindi il sindaco di Milano a voler prima vedere i conti anche per evitare una pericolosa concentrazione monopolista su scala regionale dei tre attori già dominanti sul mercato dei trasporti: lo Stato con le Fs, la Regione con Fnm e il comune di Milano con l’Atm.

Se da una parte si evitano le gare, riducendo trasparenza e competitività, dall’altra in genere le fusioni italiane hanno prodotto aziende più costose, pesanti sotto il profilo gestionale  e meno efficienti. Anziché economie di scala sono emerse diseconomie di scala. Come i ripetuti collassi di Trenord che hanno aumentato i costi di gestione ed esasperato la conflittualità sindacale con scioperi quasi mensili.

Dario Balotta
Responsabile trasporti Legambiente della lombardia