MAFIA A LECCO. “I CRIMINALI NON SONO SOLO QUELLI CON LA PISTOLA”

20131125_182509LECCO – “I mafiosi non sono solamente quelli che hanno la pistola e fanno gli usurai”. A dirlo è Giuseppe Gennari, giudice del Tribunale di Milano e titolare di importanti indagini di ‘ndrangheta al nord. Il Gip, nel pomeriggio di lunedì, è stato ospite di Alumni Bocconi al ristorante Griso di Malgrate per presentare il suo libro “La criminalità economica organizzata nel nord Italia – Legalità e illegalità”. E Lecco e la Brianza nel volume sono nominati molto spesso.

“Le vicende lecchesi sono già nei libri di storia – afferma Gennari -. Se volessimo trovare un leit motiv tra oggi e vent’anni fa è il contesto sociale ambientale. All’epoca quello stupiva che Coco Trovato avesse autorevolezza in città, nonostante fosse un efferato criminale che aveva fatto uccidere decine di persone. Ma nessuno lo trattava come un delinquente. All’epoca la sua banda e i suoi alleati lasciavano scie di sangue, mentre oggi non accade più, c’è meno cronaca nera e un’elevata disponibilità a raggiungere un’utile convivenza tra criminalità e istituzioni. C’è quindi un grande successo della mafia calabrese nel nord”.

L’ndrangheta in Lombardia ora non si è solo infiltrata, ma proprio radicata. “Settimana scorsa ero a pranzo con due colonnelli dell’antimafia a Milano – racconta Gennari – e si spiegava che in questa ragione la mafia ha avuto grande disponibilità in passato, per questo è riuscita ad avere successo”. Secondo Gennari non c’è divisione tra reati di mafia e non. “Reati di corruzione, ambientali ed evasioni avvengono spesso con personaggi che sono disponibili a subentrare per realizzare clientelismi – analizza -. Spesso si è disponibili a entrare in determinati meccanismi grazie a mafiosi. Poi però non si può dire che non si sapeva nulla”. Leonardo Milani, presidente di Alumni Bocconi Lecco, afferma che “bisogna stare attenti, perché troppe volte la crimininalità organizzata è latente – afferma – e non si combatte con le sentenze, ma con l’educazione. Troppe volte la mafia è tollerata per paura o per indifferenza”.