L’OPINIONE. FESTIVAL DELLA LINGUA VEDI ALLA VOCE: SOLDI PUBBLICI

Cara Lecconews

Dal 27 al 29 torna a Lecco il Festival della Lingua Italiana promosso e organizzato da Treccani Cultura, alla sua VII edizione.

Come sempre, anche questa volta, con ospiti illustri, decine di incontri, laboratori per un Programma che porta visibilità alla Città ma anche a Festival, pur sempre culla del Manzoni e dei Promessi Sposi.
Nota ulteriore di merito è che tutti gli incontri sono gratuiti e spesso da tutto esaurito

Quello che resta incomprensibile ogni anno e forse unica nota negativa è il contributo economico riconosciuto all’organizzatore Treccani Cultura, ossia la somma di ben 25.000 euro – oltre ad altri vantaggi economici come gratuità, mancati incassi per servizi di logistica e personale pubblico – come scritto nella Delibera di Giunta n.195 del 25/7.

Va detto per correttezza che sono stati dati soldi a ciofeche e assurdità di iniziative che questa ne meriterebbe allora il triplo.

Non si intacca quindi minimamente il pregio del Festival ma declinando l’accettazione di questo contributo richiesto da Treccani Cultura emergono delle voci e delle osservazioni a cui è necessario, credo, trovare definizione nel dizionario della trasparenza e della spesa di denari pubblici.

DALLA RICHIESTA di contributo allegata alla Determina 1106 del 2/8 si legge di un’unica entrata, 10.000€ dall’immancabile Acinque a fronte di spese per 82.000€ di cui ben 30.000€ per sola comunicazione e stampa, ben più dei 15.000€ per relatori, artisti e 12.500€ ospitalità.
OPPURE sulle locandine ci sono numerosi e ricchi sponsor privati. Sebbene non citati sotto la voce Entrate nel Bilancio preventivo.
Associazioni di imprese che fatturano centinaia di milioni di €, l’una, di artigiani che fatturano meno, di banche del territorio e pure il colosso Banca Intesa.
Il contributo di queste che sono, le penne?

Perché anche in questi eventi consolidati di visibilità diffusa che fanno il tutto esaurito a prescindere da spot e pubblicità c’è sempre bisogno di un sacco di soldi pubblici, che in questo momento di difficoltà dovrebbero essere utilizzati per sostenere le famiglie invece gli si aumentano rette, mensa scolastica, ticket per servizi e pure le tasse locali?
A meno che il comunicare serva a far sapere che fai più che a riempire le sale.

Paolo Trezzi