L’OPINIONE: “DIFFERENZIATA?
UN SACCO DI APPARENZA”

Cara Lecconews,

issato nel Bilancio Silea con gli utili di 6,2 milioni di euro, riprova di un servizio pagato più caro del dovuto, c’è il dato della raccolta differenziata: 77%. Messo lì così perché possa esser visto come una scenografia dei film western. Perfetta, imponente, basta non girarci attorno. Perché quel dato è un sacco di appartenenza. Serve a far credere che siamo virtuosi, che le politiche sono ecologiste.

Lo spiegherebbe molto meglio Massimo Riva, ma basta fare queste evidenze:

– Non metter mai il dato della produzione pro capite in chilogrammi di rifiuti prodotti fa la differenza perché evidenzierebbe l’enorme spreco e le false politiche ambientali.

– Quel 77%, non viene mai specificato, è solo quanto avviato a smistamento dopo la raccolta del sacco viola. È quindi un dato (ba)lordo, non tenendo per nulla conto dell’effettivo recupero di materia nobile che, infatti, ancor oggi, checché si pontifichi, è poca roba (di quel 77% se ne recupera, a caro prezzo, meno della metà conferita).

– Se si aumenta la raccolta differenziata per far credere che così si bruciano meno rifiuti e poi li si importa da fuori è solo una presa in giro.

– Hanno scelto di fare un teleriscaldamento (TLR) che costa sacchi di soldi e rifiuti in quanto necessita della piena potenza termica dell’inceneritore e quindi sempre più rifiuti di quanti ne produciamo.

– La cosa ridicola è che ai sindaci azionisti di Silea, quindi i soggetti che han il potere d’indirizzo, non importa di cambiare le scelte di un processo di produzione e di smaltimento rifiuti che oggi ha necessità di produrre utili, presi dalle tasche dei propri cittadini, perché altrimenti non sta in piedi.

– Oggi si loda un sistema e un impianto inceneritore che per reggersi deve produrre e bruciare più rifiuti. Perché infatti se diminuiscono quelli prodotti per forza di cose diminuiscono quelli che van a smaltimento e buona parte dei quali al forno, quindi meno rifiuti porti al forno meno ne bruci meno ricavi dalla vendita di energia elettrica, meno ti tornano i conti. Un circolo tutt’altro che virtuoso, visto come si regge e al quale i sindaci si son affidati mani e piedi.

– Un sistema operativo dove addirittura potrebbe diventare troppo dannoso produrre veramente meno rifiuti perché il sovradimensionamento impiantistico ha fatto sì che servano rifiuti, rifiuti, rifiuti perché altrimenti non hai risorse per poter coprire i costi, gli ammortamenti e tutto quel circolo di minchiate più o meno grandi dal TLR al sacco rosso e pure quelle più piccoline come i nuovi 50 cestini dal costo di 20.000 euro l’uno. L’uno.

Una trappola economica, ambientale, sociale.

Paolo Trezzi

 

 

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