L’ONOREVOLE LENZI A LECCO
SPIEGA LA LEGGE AL VAGLIO
SUL “TESTAMENTO BIOLOGICO”

testamento biologico incontro fragomeli 3LECCO – Testamento biologico, fine vita e trattamenti sanitari. Questi gli importanti temi trattati durante l’incontro con la deputata Donata Lenzi – capogruppo Pd in commissione Affari sociali e relatrice del progetto di legge – promosso dall’onorevole Fragomeli. “Un’occasione importante – sottolinea quest’ultimo – il nostro è un territorio che ha necessità di approfondire questo tema. I consigli comunali sono spesso protagonisti ma sono questioni difficilmente risolvibili a livello amministrativo”. E in effetti è proprio da un testo presentato dall’opposizione di Sinistra cambia Lecco che la commissione comunale ha cominciato ad interrogarsi sul problema.

donata lenzi incontro fragomeli“È la prima occasione in cui torno a parlare di testamento biologico in questa legislatura e soprattutto da relatore della legge – spiega Donata Lenzi – In commissione abbiamo cominciato ad affrontare il tema ma è un lavoro in progress, ancora aperto a recepire suggerimenti. Ci sono 16 proposte di legge diverse, che devono trovare una sintesi che diventi testo di legge per essere approvato alla camera entro l’anno. La la prossima settimana votiamo in via definitiva la legge sulle unioni civili e questo è di buon auspicio anche per la legge sulle dichiarazione anticipiate di trattamento: la famosa Dat, è questo di cui parleremo. Nella relazione introduttiva in commissione ho fatto due premesse. La prima è che parliamo di una legge che non detta prescrizioni puntuali e precise: c’è uno spazio tra pazienti, medici e famiglia entro il quale la legge non può prevedere tutto. La seconda cosa è: dimentichiamoci la casistica più eclatante e pensiamo alle situazioni difficili che tante volte abbiamo incontrato nelle storie di amici e parenti. L’obiettivo è dare principi e punti di riferimento”.

“Il punto di partenza della legge sarà il consenso informato. Oggi sappiamo che non è il medico a decidere del bene del paziente: il consenso del paziente è una scelta consapevole, parte integrante della cura. D’altro canto il medico non cura un corpo ma una persona che ha un vissuto, dei convincimenti e dei valori che devono esser tenuti in considerazione. Questo principio affermato nelle leggi fa più fatica a passare nella realtà concreta, però questa è la base anche di qualunque legge sulla Dat, che è il tentativo di orientare le proprie scelte da pazienti anche quando non si è più in gradi di farlo. Concretamente nella Dat bisognerebbe esprimere il proprio orientamento nei confronti delle scelte che si dovranno prendere nel momento in cui non si sarà in grado di farlo, non dovrebbe essere un elenco con le crocette: quello che conta è l’orientamento e il sistema di valori delle persone”.

testamento biologico incontro fragomeli“Il punto più ostico – continua l’onorevole – la ‘vincolabilità’ della Dat, che anche per i più convinti trova due eccezioni: nel caso in cui sia stata scritta molto tempo prima può non tenere conto di innovazioni e scoperte mediche da un lato; e dall’altro può creare problemi e dubbi nei casi di urgenza. Questi sono elementi di cui tenere conto, ma rimane un elemento importante che orienta il fiduciario. Altro aspetto fondamentale: per me dovrebbe essere obbligatoria questa persona, perché è la figura che può attualizzare il modo di vedere le cose del paziente che non lo può più fare e lo deve calare nel contesto concreto di quello che è successo. Sul tema della ‘vincolabilità’ già dalle udizioni è emerso che vanno rese più vincolanti le dichiarazioni firmate nell’ambito di un trattamento sanitario già iniziato. Firmare una cosa quando uno sa di avere una malattia e ha già intrapreso il percorso di cure comporta un livello di consapevolezza molto maggiore”.

Dopo aver illustrato i principi attorno ai quali si snoderà la discussione dei parlamentari, Lenza è poi passata ad un aspetto più concreto, spiegando le varie ipotesi ci costituzione concreta di questo atto: “Una prima tesi è che la Dat sia una sorta di testamento che si compila e si deposita presso un notaio, con la possibilità di inserire indicazioni sulla donazione del corpo e degli organi e sul funerale. Un secondo filone di pensiero è la registrazione all’anagrafe, su un apposito registro comunale, nella direzione delle esperienze già in essere in alcune realtà comunali; il vantaggio è che l’atto sarebbe registrato da pubblico ufficiale e si saprebbe dov’è. Un’ultima ipotesi è quella del medico di famiglia, con l’istituzione di registri sanitari di dimensione nazionale. Questo ovvierebbe al fatto che anche in caso di emergenza ci sia modo di fare salva la volontà dell’interessato. Ma sul tema delle urgenze ci sarà ancora da discutere. Io personalmente penso che il sistema sanitario deve essere sempre in condizioni di sapere che c’è una Dat e dove si trova. L’importante è che non sia un procedimento troppo complicato”.

testamento biologico incontro fragomeli2Ultima precisazione di metodo della deputata riguarda inevitabilmente il tema dell’eutanasia: “Noi abbiamo compiuto la scelta come commissione Affari sociali di affrontare la Dat e il consenso informato. Le proposte sull’eutanasia sono già incardinate in una discussione congiunta della nostra commissione e la commissione giustizia. Sono due binari separati: sulla Dat i tempi sono maturi sull’eutanasia no: la scelta dell’eutanasia è altra rispetto alla scelta di accettare o rifiutare un trattamento sanitario”.

Soddisfatto il sindaco Virginio Brivio: “È stato incontro utile non solo per un aggiornamento su quello che il parlamento si appresta a discutere ma anche sulle indicazioni date sui percorsi territoriali. Questo è un crogiolo delicato dove elementi etici si scontrano con le condizioni concrete di salute delle persone, su un tema in cui i comuni lavorano nel quadro di un contesto legislativo non ancora sufficiente.

 

Manuela Valsecchi