LOCKDOWN, SINISTRA LAVORO:
“PIAZZA AMMETTE, IL PROFITTO
VIENE PRIMA DELLA SALUTE”

LECCO – Riceviamo e pubblichiamo la nota del coordinamento provinciale di Sinistra Lavoro.

LA SITUAZIONE È GRAVE, MA PIAZZA SI MOSTRA NUDO

Le dichiarazioni di Mauro Piazza, pubblicate il 5 novembre dalla stampa lecchese, riteniamo siano per lo meno fuori luogo per non dire altro. Come può sostenere che la Regione Lombardia non doveva essere collocata nella cosiddetta fascia rossa?

Crediamo che i numeri siano più che eloquenti, i dati dei contagiati sono ogni giorno in aumento come anche, purtroppo, i posti negli ospedali. Le strutture sanitarie in molti casi hanno già dovuto allestire nuovi reparti Covid e dovuto rimandare visite o addirittura interventi ritenuti non urgenti. Questo perché il personale è in gran parte impegnato a seguire i pazienti Covid. Nessuno nega che l’attuale Governo abbia sbagliato alcune scelte o alcune decisioni, ma addossare la colpa solo a loro non lo riteniamo né giusto né vero.

Cosa ha fatto, per esempio, la Regione Lombardia per prevenire e contrastare la seconda ondata del virus? Per non parlare della gestione della prima fase. I dati sui quali il ministro Speranza si basa sono quelli che le Regioni mandano o forse dovremmo dire che dovrebbero mandare al Ministero. Se si rivendica l’autonomia regionale, ci chiediamo: come mai poi si chiede che sia il Governo a decidere e perché non sono mai state fatte delle zone rosse da parte della Regione.

La verità, e Piazza lo dice quasi esplicitamente, è che si blocca gran parte dell’economia, non interessa per una volta la salute delle persone, ma al primo posto c’è il profitto.
Sarebbe bello se per una volta non si giocasse allo scaricabarile e ognuno si prendesse le proprie responsabilità e facesse anche autocritica, il Governo l’ha fatto e la Regione? Ripetiamo, sarebbe bello ma, non crediamo che ciò avverrà mai.

Sarebbe altrettanto bello se la Regione Lombardia oltre alle melmose questione legati ai camici e ai test invertisse rotta almeno per quanto riguarda i tamponi, i test rapidi e le vaccinazioni antinfluenzali e partendo dalla messa a disposizione di molti, ma molti più medici di base, investisse sulla Sanità pubblica e non su quella privata che ricerca spasmodicamente profitti sulle malattie.

 

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