LECCO – Una serata all’insegna dello sport, di quello sport che fa sognare e fa porre obiettivi che possono portare a traguardi inimmaginabili. Questo è stata la conviviale del Panathlon di Lecco, che ieri sera alla Canottieri, dopo aver accolto come nuovo socio Ferdinando Pucci Ceresa in rappresentanza delle arti marziali, ha ospitato Massimo Magnocavallo e Margherita Abbatangelo.
Magnocavallo, atleta e tecnico federale della disciplina del triathlon, è il presidente dell’associazione I supersportivi, una realtà aperta a tutti, ma rivolta in particolar modo alle persone con problemi fisici e relazionali. “Oggi seguiamo 32 persone che vanno dai due anni e mezzo ai 72 – spiega il responsabile – ognuno ha un programma personalizzato ed è seguito dal nostro staff di otto professionisti con un rapporto di uno a uno”.
Ad incarnare il motto dell’associazione Evertdayweimproove, è proprio lo stesso Massimo Magnocavallo che nell’agosto dello scorso anno ha portato a termine l’ambizioso progetto “Tri alpi”: partire da Lecco e arrivare a Innsbruck passando da Sant Moritz, nuotando, pedalando e correndo. Nel video mostrato, i panathleti entusiasti hanno potuto seguire le tappe di questa ambiziosa impresa: 17 ore di nuoto per raggiungere da Lecco le rive di Colico, la pausa di quattro ore dopo le quali Magnocavallo è montato in bicicletta raggiungendo in sei ore il Maloja. Dopo il pernottamento ci sono volute altre sei ore per arrivare a Inzig, una cittadina a 19 chilometri di distanza da Innsbruck che l’atleta ha percorso correndo.
“È stata dura, ma ci ho creduto, ho lavorato molto e alla fine ho realizzato il mio progetto”. Questo è il metodo che Magnocavallo adotta non solo su se stesso ma anche con i propri ragazzi: “Yannik è un bambino di undici anni, con un disturbo neurobiologico che quando tre anni fa si è avvicinato all’associazione non sapeva saltare. Oggi salta, nuota, pattina, arrampica e ha anche cominciato a parlare”.
Un altro ragazzo, affetto da un’emiparesi fin dalla nascita, è riuscito dopo mesi di allenamenti ad attraversare il lago da Malgrate fino alla Canottieri a Lecco. Ma l’impresa più strabiliante è quella di Margherita Abbatangelo, che l’hanno scorso a 23 anni ha attraversato lo stretto di Messina a nuoto e ieri sera ha raccontato di persona la propria avventura.
Margherita è affetta dalla sindrome di Turner, una malattia genetica di cui soffre fin dalla nascita che nel suo caso si è manifestata con anomalie scheletriche e con un rallentamento nello sviluppo psicomotorio. “Fino a due anni prima non sapevo neanche stare a galla – racconta la ragazza – poi ho incontrato Massimo e ho espresso il desiderio di imparare a nuotare”. Con allenamento intensivi due volte alla settimana in palestra, in piscina e sulla bicicletta, Margherita si è preparata ad affrontare questa grande sfida e l’agosto dello scorso anno, con condizioni meteorologiche non particolarmente favorevoli, in tre ore e mezza è riuscita ad attraversare a nuoto lo stretto. “Siamo arrivati sfiniti, ma non abbiamo mollato! E l’anno prossimo abbiamo in programma di scalare il Kilimangiaro.
Manuela Valsecchi