LETTERA/BOSISIO: “NON METTERE LE MANI NELLE TASCHE DI QUALI ITALIANI?”

Il non voler “mettere le mani nelle tasche degli Italiani è ormai diventato un vero e proprio tormentone che accomuna retoricamente destra, sinistra, sopra e sotto e quant’altre contrapposizioni dialettiche.

Un tormentone trasversale e ammiccante alla pancia del “popolino” che in propagandistica progressione demagogica sta oltrepassando addirittura l’ipocrisia fotografando così il livello attuale di una politica (con la p minuscola) quantomeno deresponsabilizzante.

Ma come è stato possibile che gli Italiani (ma anche altri popoli) abbiano potuto bere una narrazione che accomuna indistintamente il facoltoso al meno abbiente?

La non casuale manipolazione politico-mediatica ha addirittura prodotto una psicosi che sembra atterrire al solo pronunciare la parola “Patrimoniale”. Potenza di un’informazione strumentale che non casualmente “dimentica” di evidenziare gli effettivi livelli di applicazione di quella che semplicemente attiene al principio costituzionale della progressività del dovere fiscale di contribuire al funzionamento di uno Stato che si dica minimamente equo.

Infatti le proposte che in passato si sono fatte delineavano diverse centinaia di migliaia di euro come base al di sopra della quale applicare una tassazione peraltro contenuta.

Ma a prescindere da quella che potrebbe definirsi come una-tantum cosa ci sarebbe di ingiusto se anche strutturalmente si rivedessero al rialzo le aliquote dei più abbienti, viste le ristrettezze del bilancio pubblico (su cui ci sarebbe peraltro molto altro da dire)?

Il capolavoro di questo sistema a rovescio è aver convinto anche le vittime (i meno abbienti) che il mettere le mani nelle tasche dei cittadini sia un’operazione indifferenziata che potrebbe penalizzare anche loro. Questa sembra essere la sostanza dell’ennesima operazione di rovesciamento del buon senso e di un minimo senso di giustizia, segno dei tempi di una società che rischia di perdere i fondamentali.

Quindi se il ministro Giorgetti, se non è un infingimento tattico che spesso contraddistingue la Lega di Salvini, dice una cosa ovvia oltre che giusta quando sostiene che i sacrifici debbano farli i più facoltosi, perché solleva un coro di contrarietà con addirittura accuse di sovietismo?

Germano Bosisio