LETTERA/CHE GIOIA ARRIVARE
IN STAZIONE ZOPPICANDO
E TROVARE L’ASCENSORE GUASTO

Spettabile redazione Lecco News,
vi scrivo per narrare il simpatico episodio che mi ha vista involontaria protagonista l’altra sera, di ritorno a Lecco da Milano, dove lavoro.

Mi ero procurata una distorsione a una caviglia e in qualche modo ho raggiunto la Centrale. Da lì, comodamente in treno fino alla mia città dove mio marito mi attendeva in via Balicco (senza ZTL in ora serale). Il piano era semplice: scendo le scale dal binario – già una piccola impresa visto com’ero ‘azzoppata’ – poi prendo l’utilissimo ascensore e raggiungo senza ulteriori sforzi macchina e coniuge.

Un bel progetto, certo, che però si è miseramente arenato davanti all’avviso (naturalmente solo sulla pulsantiera del montacarichi – segnalarlo prima, non dico ai binari ma almeno nel sottopassaggio, pareva brutto…) “fuori servizio”.

Ormai ero arrivata lì, ai piedi delle scale e dunque con la collaborazione del marito che mi aveva portato amorevolmente due stampelle mi sono “scalata” i 33 gradini delle tre rampe che portano a via Balicco. Dite che potevo tornare indietro e passare per il piazzale della stazione? A quel punto ero stanca e provata, quindi mi sono armata dell’ultima dose di pazienza disponibile e ho affrontato la scalinata.

“Ringrazio” dunque per il disservizio, che amici mi dicono abbastanza frequente in stazione, ma soprattutto per la splendida logistica grazie alla quale si scopre che l’ascensore è guasto solo una volta raggiunto quest’ultimo. Ideale per disabili, anziani e “sfigate” come me che lo vorrebbero sfruttare non per pigrizia ma “per cause di forza maggiore”.

Grazie davvero, non so a chi ma chi ringrazio lo sa.

N. S.