LETTERA: “MIE CONSIDERAZIONI
SUL CONCORSO PER INFERMIERI”

Come cittadino, ancor prima che come utente, apprendo con piacere da alcuni siti locali, sempre meritoriamente attenti alle questioni sanitarie, dell’esito apparentemente positivo del concorso per l’assunzione di infermieri nelle strutture dell’Asst di Lecco.

Essendo da sempre interessato, come molti altri cittadini, alle martoriate vicende sia nazionali che locali della Sanità Pubblica e al purtroppo suo non casuale e seppur graduale depotenziamento a vantaggio del settore privato, avevo avuto il piacere di essere destinatario di cortesi risposte da parte del dg Favini ad alcune mie specifiche domande pubblicamente esposte in merito ad alcuni servizi locali. Risposte a cui avevo a mia volta fatto seguito con ulteriori interrogativi che purtroppo non avevano avuto altrettanta fortuna. Del resto altre non risposte da parte di Favini si erano registrate anche nei confronti di vari e ben nutriti altri interrogativi, sempre relativi ai Servizi Sanitari dell’Asst di Lecco, posti pubblicamente da Paolo Trezzi.

Ma tornando al concorso per infermieri sopra citato, vorrei porre alcune semplici considerazioni. Quello che mi muove, come sempre più altri cittadini-utenti, è contribuire alla non rassegnazione a un processo di impoverimento della Sanità Pubblica che sicuramente ha motivazioni e cause non certamente solo locali, basti pensare al processo globale di espropriazione della funzione pubblica nella gestione dei Beni Comuni Primari o al graduale depotenziamento realizzato nel nostro Paese da governi di vario colore succedutisi negli ultimi decenni. Non volendo però misconoscere anche tutti i complessi aspetti che caratterizzano la gestione del Sistema Sanitario Nazionale, penso che occorra poterne misurare gli effettivi ancorché dichiarati intendimenti migliorativi, che inondano spesso le cronache mediatiche a vari livelli, attraverso un puntuale monitoraggio delle concrete scelte che le varie competenti autorità responsabili mettono in campo, a partire dal livello locale.

Riconoscendo così, attraverso un mirato approfondimento, quelle che sono le effettive responsabilità dei vari livelli decisionali, da quello nazionale a quello locale, passando soprattutto attraverso quello regionale a cui la normativa assegna un ruolo concomitante a quello statuale. Evitando però nel contempo quello che in molti chiamano, giustamente, il gioco dello “scaricabarile” perché ognuno di questi livelli è chiamato comunque a svolgere un ruolo attivo. Come del resto quello di controllo e stimolo sui vari livelli di competenza a cura di una cittadinanza realmente attiva. Penso, non solo a mio parere, che questo sia il modo più giusto per riconoscere meriti e demeriti di chi opera anche a nome nostro in un settore nevralgico per la nostra Collettività.

E allora, ritornando al concorso, come non evidenziare a livello locale quello che, almeno nel settore infermieristico nazionale, sembra essere un dogma e cioè la penuria di disponibilità professionali a fronte di una richiesta di assunzioni nelle strutture pubbliche. E duecento domande di partecipazione a fronte del preventivato conferimento di quaranta incarichi a tempo indeterminato, 99 candidati presenti alle prove di selezione, 72 deliberate assunzioni sembrerebbero essere lì a dimostrarlo.

Naturalmente andrebbe pure annotato che questa perlomeno apparente occasione è altrettanto ben lungi dal dimostrare che la “disaffezione” progressiva dall’impiego pubblico nel settore infermieristico, come in quello medico, sia da ritenersi in via di superamento proprio perché le cause strutturali, a partire da una rivendicata giusta retribuzione, sono ancora tutte da rimuovere ai vari livelli. Come ogni altro cittadino consapevole continuerò, senza alcun aprioristico pregiudizio, a monitorare le scelte e a dialogare se ve ne fosse ancora la doverosa e pur apprezzabile disponibilità dei Responsabili Sanitari Locali. Anche a partire perlomeno da alcune risposte alle precedenti domande “sospese”, grazie.

 

Germano Bosisio