ANCORA SULLA LETTERA AL PREFETTO: “LA BABY GANG ISTITUZIONALE”

È uno spettacolo estivo tra il comico e il tragico la “lettera segreta” dei Sindaci contro il Prefetto arrivata furtivamente alla stampa e non a lui.

Per sedare le risse ne hanno provocata una.

Volano infatti botte, insulti, schiamazzi, calci nel culo dalle sedi istituzionali.
Qualcuno ne sta uscendo con un occhio nero, pestaggi in pieno centro e in pieno giorno fin dentro la sede della Provincia e dei Comuni per mano della Presidente Hofmann e a trattenerla con slancio altri sindaci, in mezzo Sua Eccellenza il Prefetto Pomponio, picchiato senza pietà ai fianchi e alle spalle per essersi defilato e girato dall’altra parte.
La baby gang istituzionale lo ritenere infatti responsabile, con appunto atti di dura aggressione e vandalismi di ruolo e grammatica attraverso una missiva/pizzino che, come l’omertà vuole e insegna, andava tenuta privata, riservata, perché i cittadini non devono sapere, conoscere.
E basterebbe già questo.

Ma lo spettacolo estivo continua con altri calci in culo e alla logica.
Un sindaco che la firma, l’altro che sottoscrive, l’altro che si cancella e un altro che se me lo dicevi prima, uno poi forse non più lucido o il più lucido che pigia invio, ma non al destinatario istituzionale ma alla stampa.
È una rissa in pieno giorno.

La stampa abituata alle veline pubblica le negligenze e le botte delle Istituzioni.
Un colpo al fegato. E forse anche ai coglioni.
È una fuga in ordine sparso.
La stampa non doveva sentire, i cittadini vedere, i sindaci parlare.
A questo punto son si sa più se ridere o spaventarsi del livello.
Si consiglia di ridere con spavento.

Trovati con le mani nella marmellata i piangina in fascia tricolore stanno infatti giustificandosi che era solo una bozza, senza nemmeno capire che certe frasi e toni comunque da loro scritte e pensate non si usano nemmeno sotto i portici di via Volta a Lecco e nessun Sindaco che a leggerle abbia detto beh!

Vediamo Amministratori che non riescono a coordinarsi manco per la stesura di una lettera che sono gli stessi che dovrebbero coordinarsi per combattere le baby gang e oplà il Prefetto vien grevemente e gravemente accusato di non saper fermare le risse e per dimostrarglielo ne causano una loro.

Magari adesso la riscrivono un’altra tenendo l’incipit:
“Signorina veniamo / veniamo noi con questa mia addirvi / veniamo noi con questa mia addirvi / addirvi una parola che”

Chissà se il Prefetto farà una interdittiva cumulativa.

Peppino Pellico Totò