LETTERA/AILA: “CARLO GILARDI
IN UN ERGASTOLO BIANCO,
URGE IMMEDIATO INTERVENTO”

Egregi Deputati, Senatori, Ministri e Presidente del Consiglio dei Ministri: legge 6/2004 Caso Gilardi Amministratore di Sostegno

Mi rivolgo a Voi in qualità di Presidente e rappresentante legale dell’Associazione Aila Onlus Ets (Associazione Italiana Lotta Abusi) per la Libertà e i Diritti dell’Anziano. La ragione della mia comunicazione è una vicenda che richiede un intervento urgente e una riflessione profonda sulla giustizia e i diritti umani in Italia.

La situazione che desidero portare alla Vostra attenzione riguarda il professore Carlo Gilardi, anziano cittadino italiano, che da quasi tre anni è rinchiuso e isolato in una RSA contro la sua volontà, sotto la tutela di un amministratore e l’autorità giudiziaria. Tale vicenda è stata resa pubblica dalle trasmissioni televisive delle Iene e ha recentemente ottenuto una sentenza di condanna contro l’Italia da parte della Corte di Strasburgo.

Tuttavia, nonostante questa vittoria legale, la situazione di Carlo Gilardi è precipitata. Dopo aver espresso alcune delle sue volontà e verità durante incontri iniziali a luglio, il professore è stato spostato da una RSA a un Hospice per malati terminali. Tale decisione è stata presa affermando una grave malattia, ma né i parenti né le istituzioni hanno avuto accesso alle sue cartelle cliniche ed esami, né hanno potuto intraprendere valutazioni cliniche indipendenti. Inoltre, l’accesso alle sue informazioni mediche è stato negato, nonostante le richieste al giudice tutelare.

Carlo Gilardi è in ergastolo bianco, sottoposto a un trattamento sanitario obbligatorio camuffato che non avrebbe potuto essere autorizzato. Le sue condizioni di salute mentali e fisiche sono peggiorate notevolmente negli ultimi mesi, come hanno mostrato dei video effettuati dai visitatori del professore in RSA. Questa situazione solleva seri dubbi sulla gestione della salute di Carlo Gilardi e sulla sua incolumità.

Chiediamo il Vostro intervento per spostare immediatamente il professore dall’Hospice e portarlo in un ospedale dove possano essere effettuati tutti gli accertamenti e le cure del caso. Carlo deve poter tornare presso la sua abitazione, da uomo libero e in possesso di tutti i suoi diritti, al momento gravemente violati. Le sue volontà di riavere la tutela legale e tornare libero sono state ignorate, anche quando le ha espresse chiaramente all’avvocato Agazzi. Il giudice ha persino vietato all’avvocato di incontrarlo.

Chiediamo il Vostro sollecito intervento al fine di assicurare la sicurezza e l’incolumità di Carlo Gilardi, in conformità ai diritti fondamentali di ogni cittadino italiano. La sua vicenda è emblematica delle criticità evidenti nel nostro sistema di giustizia e di tutela dei diritti umani. Pertanto, ci appelliamo alla Vostra autorevolezza affinché ogni sforzo sia compiuto per garantire che Carlo Gilardi riceva l’assistenza medica necessaria e che le sue condizioni siano valutate in modo trasparente e indipendente.

Vorrei che l’attenzione di tutti ricada e si concentri sull’intero contenuto di questa legge; qualcuno parla dei suoi pregi io preferisco parlare dei suoi difetti, delle sue criticità. Questa legge, con la sua applicazione, ha fatto e continua a fare delle vittime. Questa legge è una truffa giuridica a discapito della povera gente, e il più delle volte anche a danno dei loro familiari, visto le innumerevoli segnalazioni che ci arrivano lo affermo con assoluta condizione di causa. Il problema è di chi veramente la vive e viene condannato a subirla, per tantissimi amministrati tutto si trasforma, tanto da sembrare di vivere in un incubo.

Nella descrizione della legge, per chi ne beneficia, è come se si parlasse del loro passaggio da un mezzo inferno a un paradiso, con gli angeli (termine usato dal suo autore) che li sostengono. Il problema è che nella realtà dei fatti il comportamento di questi angeli, la maggior parte delle volte poi muta, tramite un processo di metamorfosi, in quello di veri e propri diavoli.

Una volta applicata la legge, si vive un vero e proprio inferno dal quale non si sa come uscire. Nel preambolo della CDPD (Convenzione sui diritti delle persone con disabilità) si parla di convinzione che la famiglia sia il nucleo naturale e fondamentale della società e che abbia diritto alla protezione da parte della società e dello Stato, e che le persone con disabilità e i membri delle loro famiglie debbano ricevere la protezione ed assistenza necessarie a permettere alle famiglie di contribuire al pieno ed uguale godimento dei diritti delle persone con disabilità.

Nell’applicazione della legge (6/2004) c’è una diffusa sfiducia istituzionale nei confronti della famiglia, frequentemente viene usato il termine ‘conflitti familiari’ sia dal Giudice Tutelare che dai servizi sociali… senza neanche sapere e capire le vere ragioni. In realtà, nel calvario vissuto da moltissime povere vittime, è racchiuso tutto il dolore, le sofferenze, umiliazioni, mortificazioni subite non solo da coloro che dovrebbero essere i beneficiari, ma molto spesso anche dai loro familiari. Alcuni lo chiamano “progetto di vita”, io lo chiamerei “progetto di mortificazione e di annullamento dell’individuo”.

È importante ribadire che in Italia ogni cittadino ha il diritto fondamentale alla libertà personale e alla cura della propria salute, conformemente ai principi sanciti dalla nostra Costituzione. Confidiamo nella Vostra sensibilità e nella Vostra determinazione nel preservare tali diritti, che costituiscono i pilastri della nostra società democratica.

Ne approfitto per inviarvi il link della nostra petizione partita da pochi giorni “Basta Amministrazione di Sostegno! Firmiamo per l’Assistente Personale liberamente scelto”.

Vi ringraziamo per l’attenzione dedicata a questa questione di estrema urgenza e speriamo con fiducia in una risposta tempestiva e positiva, in nome della giustizia, della tutela dei diritti umani e della dignità di ogni individuo.
Distinti saluti

Ada Orsatti
Aila Onlus Ets