LECCO – È andata in scena questa mattinata, a partire dalle 10, con l’arrivo dell’assessore regionale alla Sicurezza, Protezione civile e Immigrazione Simona Bordonali, la manifestazione della Lega nord (vedi qui la nostra diretta).
Arrivata insieme al parlamentare Paolo Grimoldi – anche lui direttamente da via Bellerio – è entrata nel centro, chiuso per l’occasione dal prefetto, per un sopralluogo. “Sto visitando tutti i campi in Lombardia, e questo del Bione è il primo del Lecchese spiega l’assessore –: qui ci sono 25 persone, tutti uomini dai 20 ai 30 anni. Mi chiedo dove siano le donne e i bambini che si vedono in tv. Dormono in sei in tende da otto; la situazione è critica e nessuno arriva da paesi in guerra. Quindi dovranno essere rimpatriati”. Poi si lascia scappare una battuta discutibile: “Ho parlato solo con i responsabili della cooperativa, non con i migranti. Erano impegnati a giocare a calcio”.
Non è voluto mancare Toni Iwobi, nigeriano di origine e oggi responsabile Immigrazione della Lega nord. “L’immigrazione regolare è ben accetta – afferma –. Ma questa è un’invasione programmata dal nostro governo. È una situazione critica sia per gli italiani sia per gli immigrati che sono costretti a percorrere tunnel della morte per venire qui. Inoltre loro sono clandestini fino a prova contraria, visto che chi viene da Senegal o Nigeria, come me, non scappa dalla guerra. La soluzione è davvero di aiutarli a casa loro, non si tratta di un semplice slogan”.
Organizzatore del presidio Flavio Nogara, segretario provinciale del Carroccio, che ha portato un centinaio di militanti e simpatizzanti, rinfoltiti anche da alcuni esponenti di Fratelli d’Italia. “I razzisti sono quelli che pensano all’arrivo di questa gente come se fossero pacchi da 35 euro ciascuno – sottolinea –. Non siamo razzisti o intolleranti, ma vogliamo risolvere il problema. Pensiamo quindi che queste persone debbano essere aiutate direttamente nei loro paesi. La situazione in città attuale, tra Bione e Ferrhotel è scandalosa, tanto che dovrebbero essere i lecchesi ad andare dal prefetto e manifestare. Non sappiamo chi stiamo accogliendo, per questo ci vuole un controllo”.
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