LECCO/SPORT ED EMANCIPAZIONE:
UNA MOSTRA DEL PANATHLON
PER FESTEGGIARE L’OTTO MARZO

mostra panathlon

LECCO – Quale modo di migliore di festeggiare l’8 marzo se non con un’iniziativa che celebri le donne in uno dei campi in cui più hanno dovuto lottare per affermare la propria parità: lo sport.

Si tratta della mostra “L’emancipazione femminile vista attraverso i Giochi Olimpici”, realizzata dalla Prof.ssa Balzarini per il Panathlon International e proposta alle amministrazioni comunale e provinciale dalla sezione lecchese del club service, le quali hanno “preso la palla al balzo – spiega il vicesindaco Francesca Bonacina – perché abbiamo immediatamente colto lo spirito che stava dietro alla mostra e all’associazione”.

mostra-panathon-2I pannelli con fotografie e didascalie che compongono la mostra sono stati allestiti nel cortile di Palazzo Bovara e saranno a disposizione del pubblico dall’8 fino al 25 di marzo. “L’obiettivo di questo progetto è quello di far conoscere il lungo cammino per l’emancipazione che con fatica, costanza, impegno e passione tante donne hanno compiuto nel mondo dello sport e in particolare in quello olimpico – illustra il past president del Panathlon di Lecco Alfredo Redaelli – Per capire quanto fosse dura la condizione delle donne che volevano praticare sport, basti pensare ad una frese dell’ideatore dei Giochi Olimpici moderni Pierre de Coubertin: ‘…per quanto riguarda le donne ai giochi rimango contrario. Esse sono ammesse contro la mia volontà’. L’emancipazione che le donne hanno compiuto in questo campo, dimostra invece che le differenze sono socialmente costruite e che le discriminazioni a cui sono state soggette le donne anche nella sfera sportiva e del tempo libero, sono state oppressioni che le donne hanno contestato e sconfitto con forza. Questo risultato è frutto di impegno sportivo-sociale ed è proprio questo impegno che vogliamo venga portato alla ribalta, riconosciuto e trasmesso alle nuove generazioni”.

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“La mostra parte con alcuni cenni sulle Olimpiadi antiche e sulle differenze tra donne ateniesi e donne spartane, fino ad arrivare alla modernità” interviene la prof.ssa Venturini entrando nel merito dell’esposizione. “Fino al secondo dopoguerra l’attività fisica e sportiva era considerata nemica della femminilità, è solo dagli anni Cinquanta che si assiste ad una crescente ‘femminilizzazione’ dello sport anche a livello olimpico, che determinerà lo sviluppo dell’attività sportiva e segnerà un importante segnale di emancipazione femminile. La mostra vuole proprio evidenziare la fatica, la costanza, la passione, l’impegno e anche la ribellione nei confronti delle regole che le donne hanno combattuto e vinto, ricordando che il cammino non è finito. A tutt’oggi gli uomini partecipano più delle donne alla pratica sportiva e gli sport maschili sono in genere più rilevanti economicamente e culturalmente. Non è questa una battaglia contro gli uomini, ma una battaglia per le donne.”

 

Manuela Valsecchi