LECCO – Enrico Berlinguer protagonista alla Camera del lavoro di Lecco. Venerdì sera, nel salone Di Vittorio in via Besonda, è andata in scena la presentazione del libro “Berlinguer – vita trascorsa, vita vivente” scritto da Susanna Cressati e Simone Siliani. Insieme a loro, nell’iniziativa organizzata dall’associazione Pio Galli, il presidente della Regione Toscana Enrico Rossi e Pietro Folena, tra i fondatori di Articolo 1 – Movimento democratici e progressisti.
“Il nostro obiettivo è quello di far discutere, riflettere e ragionare il mondo della sinistra, sapendo che c’è un lavoro preciso del movimento, cercando di approcciarci a tutte le realtà che stanno a sinistra” afferma Wolfango Pirelli, segretario generale della Cgil di Lecco. Gli autori hanno presentato il libro su uno degli uomini più importanti della politica italiana, precisando però che “quando abbiamo iniziato a scriverlo, la situazione a sinistra era molto diversa, ma ora speriamo di darle un serio contributo – afferma Siliani -. Ai tempi di Berlinguer la centralità del lavoro era operaia, poi il mondo è cambiato, ma comunque il tema della qualità dello sviluppo intorno al lavoro è sempre stato centrale. Si affrontava già la questione di una maggiore equità nelle retribuzioni e il freno alle disparità del lavoro dipendente, oggi punti fondamentali della cultura di sinistra”.
Tra l’altro, nella vita di Pio Galli, l’incontro ed il confronto con Berlinguer e il Pci fu una parte importante, che ha segnato momenti delicati della vita del nostro Paese. Si pensi al grande sciopero dei metalmeccanici del 2 dicembre 1977, e alle vicende della Fiat negli anni ’80. “Nel libro viene scritto dell’incontro con l’allora segretario generale della Fiom – spiega Cressati – e si parla anche della centralità del lavoro. Un tema che abbiamo riproposto a Maurizio Landini proprio perché abbiamo cercato di creare un dibattito utile per il mondo di oggi. Si tratta anche del compromesso storico, che è stato un segnale per guardare lontano”.
Folena era presente all’ultimo comizio di Berlinguer a Padova. “Nel trentennale della sua morte poi c’è stata la ripresa della sua opera – racconta -. La lettura politica del gruppo dirigente del Pd e della sinistra negli ultimi anni è stata è monca e si è detto, in pratica, che il Berlinguer del compromesso storico è buono, mentre il resto no. A me non convince dividere la vita di una persona in modo così netto. Ha portato al compimento il disegno di Palmiro Togliatti, di una forza nuova, responsabile, con un’idea di governo molto forte. Non c’è sinistra che non riparta dal mondo del lavoro”.
Rossi ha sottolineato vari punti per leggere il libro. “La sinistra di fronte alla crisi si è trovata senza parole. Per questo Berlinguer ci può offrire un linguaggio per parlare della crisi a cittadini, lavoratori e giovani. Oggi ci troviamo contro una politica violenta, quindi è fondamentale tornare con la sua lingua. Il mondo, così come è, evidentemente non sta soddisfacendo molte persone, per questo esiste il voto di protesta del populismo. Ma devono essere rivisti i parametri della ricchezza nel mondo, perché non si è stati in grado di regolarlo. L’occidente deve ridistribuire la ricchezza”. Un punto importante è il dialogo con i giovani. “Berlinguer va spiegato loro, devono conoscerlo”.