LECCO – È notizia degli ultimi giorni del 2021 l’atto di indirizzo della Giunta del Comune di Lecco (il Grinch) che, in attesa del nuovo piano di zonizzazione acustica, regola, tra le varie, l’organizzazione di “eventi acustici” all’interno del Comune di Lecco. Eventi acustici che da qui in avanti chiameremo musica.
È noto che Lecco non faccia della fruizione musicale, costante o saltuaria, il suo fiore all’occhiello. Nonostante questo, ha catturato la nostra attenzione la decisione sul nuovo orario limite autorizzabile fissato non più alla mezzanotte ma bensì alle ore 22.00.
Come Associazione Risuono abbiamo recepito con sorpresa (poca) e sgomento (tanto) questa decisione.
Da anni, la nostra associazione riunisce appassionati di musica che nel proprio tempo libero operano e collaborano per l’organizzazione di eventi musicali, concerti e manifestazioni culturali ponendo al centro questa forma d’arte.
Come Associazione sentiamo l’esigenza di manifestare il nostro profondo disappunto e disaccordo di fronte a una decisione che non comprendiamo e non riusciamo a inquadrare nel contesto lecchese.
Faziosamente, qualche maligno potrebbe insinuare che anche questa volta, e per l’n-esima volta, quell’approccio bigotto, paolotto e in un’ultima istanza un po’ ciellino che porta facili consensi e voti tra i benpensanti lecchesi, sia emerso dalle più reazionarie e retrogradi viscere cittadine, in tutto il suo bieco anacronismo proibizionista, al fine di rendere la nostra città ancora un po’ più sterile, vetusta, superata e bacucca. Già, come se non fossero sufficienti i D.A.SPO urbani, e i fantomatici divieti di consumo di alcolici in una via sì, e nell’altra no.
Fortunatamente, non è quello che pensiamo noi. 😉
Tuttavia, appare evidente e scontato il fatto che Lecco non goda di una particolare e innata vivacità nell’organizzazione di eventi culturali musicali né all’aperto né in locali al chiuso. Sovente, la musica viene degradata a sottofondo, un mero accompagnamento acustico da aperitivo. Con estrema tranquillità possiamo purtroppo affermare che il nostro territorio non fa del rapporto con la musica il suo punto di forza.
Nonostante questo scenario, assistiamo ad una decisione che ad occhi esterni potrebbe far apparire la nostra città così pullulante di eventi musicali e concerti selvaggi da avere una situazione quasi fuori controllo: da una parte rave party in stile Mad Max popolati dai cattivi di Kenshiro, e dall’altra poveri cittadini inermi costretti ad invocare un intervento deciso dello Stato per salvare le ore di necessario e sacrosanto riposo.
Suvvia, non sfociamo nel ridicolo: Lecco sembrava in Lockdown ancora prima del Lockdown. Certo, siamo stati precursori di qualcosa.
E ora non lo neghiamo: siamo sconcertati.
È scontato affermare che la limitazione alle 22.00 come orario di termine sia una pena capitale: comporta oggettivamente un impedimento totale all’organizzazione di qualsiasi concerto evento serale (lavoro). Tra questi anche le poche, ma spesso meritevoli, rassegne estive organizzate dallo stesso Comune.
Inutile sottolineare che si tratta di una misura che danneggia alcuni settori economici dell’intrattenimento (lavoro) e del turismo (lavoro), salvaguardando, forse, la sostenibilità di quelle meritevoli attività rivolte ai cittadini più longevi. Fermo restando che, per quanto ci riguarda, per essere giovani non basta essere nati in tempi recenti. Sarebbe bello, ma troppo facile.
Infine, inutile è rammentare quanto sia pericoloso ed avulso dalla realtà negare per anni spazi e tempi di espressione ai più giovani, e contemporaneamente, sorprendersi per condotte violente e cattive abitudini ad opera degli stessi. Sarebbe divertente se non fosse drammatico. È comprensibile ma ingiustificabile.
Riteniamo la limitazione alle 22.00 un attacco alla musica, alla cultura e all’arte. Permettere la fruizione di concerti musicali fino ad almeno le 24.00 non è solo legato alle consolidate abitudini del settore (lavoro) ma è anche un atto di inclusività a chi, fino a una certa ora, non può raggiungere per motivi lavorativi o familiari i luoghi dell’intrattenimento.
Immaginate, se gli Uffizi aprissero ordinariamente solo in settimana dalle 18.00 alle ore 24.00! Tumulti!
Concludendo, come cittadini lecchesi chiediamo con forza che la Giunta ridiscuta questa decisione e la modifichi completamente. Una decisione che ci appare retrograda perché, letteralmente, porta indietro negli anni (tanti!) quella che è la relazione con la musica e i concerti in una Città che avrebbe invece bisogno di un energico intervento in senso contrario.
Gentile Giunta del Comune di Lecco, Vi chiediamo quindi davvero di cambiare passo, facendone uno indietro e tornado in avanti accompagnati dalle note della musica e dai colori dell’arte, trasformando questa rigida e insensata presa di posizione in una maggiore attenzione verso quelle che sono a tutti gli effetti manifestazioni culturali.
Gentile Giunta del Comune di Lecco: la musica non è un vezzo, è espressione.
Associazione Risuono
Associazione Dinamo Culturale
CRAMS
Collettivo “Venerdì sera sono (al) Libero
Laboratorio Musicale
HD Studio
Rupestrian Records