LE POSTE TRA AVVISI E CORTESIE.
L’AGONIA DEL CAMBIAMENTO
NELL’ODISSEA DI UN CITTADINO

ufficio-postale (1)LECCO – Riceviamo e pubblichiamo la testimonianza di Paolo Trezzi, una vera e propria odissea tra uffici postali rinnovati nell’immagine ma “sovietici” nella logica e nella burocrazia.

Caro Direttore
“Poste: il cambiamento siamo noi”. “Cambieremo insieme a voi per rendere l’Italia un posto più semplice, più veloce, più bello.”
E’ da settimane che la tv ci culla con questo slogan, ad ogni ora del giorno e, fors’anche, della notte.
Direi, finalmente.
Intendo il cambiamento, non lo spot.

In data 5 ottobre il Cambiamento muove il primo passo.
Mi fa trovare nella cassetta rossa della posta due “Avviso di Cortesia”, uno, a nome mio, l’altro, di mia moglie, perché la consegna/notifica dell'”Atto” non è potuta avvenire “stante la Sua assenza”, assenza di tutti e due.
Il Cambiamento vuole che vada a ritirare i due “Atti” a Lecco alta, in via Lamarmora, a 2km da casa mia, sebbene ho un ufficio postale a meno di 150 metri.
E chiamala cortesia.

Gli orari stampati sull’Avviso di cortesia non mi permettono di andare a ritirare l'”Atto” durante la settimana ma solo al sabato, ma siccome c’è uno Avviso anche per mia moglie delego Lei, firmandole una delega e dandole copia della mia carta d’identità.
Mia moglie si reca all'”Ufficio Lecco Recapito Lamarmora”, dove giacciono in realtà, ad essere precisi, i “non recapitati” e si sente rispondere che essendo un “Avviso di cortesia” può ritirare solo l’Atto a Lei intestato, quello a mio nome, invece, deve passare il destinatario indicato. Io.

Il Cambiamento è cortese ma al momento non disponibile. Recarvisi sabato, dalle 8:30 alle 12:30.

Sabato 10 ottobre poco prima della chiusura mi reco quindi munito dell'”Avviso di Cortesia” al cospetto del Cambiamento che si palesa in una signora dietro un bancone grigio, uno schermo grigio di computer e sotto luci al neon, il tutto in stile Unione sovietica, prima del cambiamento.
Quello dell’Urss, ma anche delle Poste, direi.

Il cambiamento è cortese ma momentaneamente fuori servizio.

Me lo fa notare la signora dietro al bancone grigio, lo schermo grigio di computer e sotto luci al neon, indicandomi un foglio A4 appeso di lato al bancone con due pezzi di scotch “causa guasto tecnico sabato 10 ottobre non è possibile ritirare gli Atti, ci scusiamo con la clientela”.

Il Cambiamento delle Poste sembra copiato da Trenitalia. Un disastro.

poste ufficio sportelli

Mi permetto di fare notare al Cambiamento, proprio quello della tv: “Cambieremo insieme a voi per rendere l’Italia un posto più semplice, più veloce, più bello.” che l’Atto è fisico e tracciato, ho il codice dell’Atto, ho l’Avviso di Cortesia, ho il nome, la Carta d’Identità e pure, sebbene casualmente, la busta dell’Avviso di mia moglie che l’ha ritirato pochi giorni prima, e poi gli Atti sono proprio quei 20-30 in quella cassetta gialla con scritto “ATTI” proprio lì dietro il suo cambiamento. Fisicamente.

Mi spiega, il Cambiamento, che il guasto tecnico non Le permette di registrare che mi ha consegnato l’Atto.
Provo a farle capire che potrebbe prendere nota e tenersi l’Avviso firmato come promemoria, e questo sì potrebbe essere una soluzione che lo mette in moto questo cambiamento. Ma il Cambiamento non ci sente, non è nemmeno ingolfato, di lavoro intendo, sono l’unico nell’Ufficio “Lecco Recapito Lamarmoma”, e direi, ecco, è più inamovibile che ingolfato.

Il Cambiamento lo sta attendendo anche lei, non gli va incontro.

Però si illumina e mi dice di non preoccuparmi perché “decorsi 10 giorni dalla giacenza dal primo tentativo sarà dato corso ad un secondo tentativo di consegna”.
Mi permetto di consigliare al Cambiamento però di cambiare almeno gli orari del tentativo di consegna perché se passano sempre agli stessi è probabile che non cambi nulla.
La consegna/notifica dell’Atto non potrà avvenire stante la mia assenza.

Il Cambiamento si illumina e come un neon che sfarfalla prima di spegnersi per sempre, prova a fare un passo di lato e illuminare quel punto che pur avendolo sotto il naso come uno scolaro disattento non aveva visto, tenuto in considerazione.

“Scusi signore, ma sua moglie non è a casa la mattina quando passano gli incaricati, così la può ritirare lei”.
Il Cambiamento si è avvitato e forse si è spento nell’attimo esatto in cui strabuzzo gli occhi per fargli notare che era passata di qui mia moglie per ritirare il suo di Atto e con il mio ‘”Avviso di cortesia”, la mia delega scritta e il mio documento non le era stato comunque consegnato, adducendo che doveva passare solo il destinatario. “Quello è solo un avviso di cortesia”.

Il Cambiamento a tale osservazione cambia di nuovo.
Ora è da capire se due cambiamenti riportano tutto a pre primo cambiamento, ma è ben oltre l’ora di pranzo ormai e non mi va di mettere il cambiamento sotto sforzo.

Il Cambiamento mi illustra il cambiamento. Nuovo.

“Se non c’è Lei a casa le lasciamo un secondo avviso di cortesia che le comunica che c’è qui da noi una Lettera che le comunica che l’Atto è stato portato in Comune, vicino casa sua”.
Errando, ingenuamente lo so, chiedo se con questo “secondo Avviso di Cortesia” posso recarmi direttamente in Comune o devo passare lo stesso da loro.
“E’ meglio che passi da noi, Lei, non la moglie, per ritirare la busta che Le dice che l’Atto è in Comune, e quali sono gli orari”.

Non le pare, Cambiamento, che è un giro dell’Oca? Un cane che si morde la coda? Un Cambiamento che non pare un cambiamento, ma un gambero?
“E’ solo una cortesia, signore”.
E chiamala cortesia.

Mercoledì ricevo, invece, in busta non affrancata, direttamente la comunicazione del Messo Ordinario che mi annuncia che l’Atto a mio nome è ora disponibile presso gli Uffici del Comune, non si sa bene quali perchè non sono specificti, e che gli orari sono, leggendoli, peggio di quelli del Cambiamento di via Lamarmora.
Solo infrasettimanali, no al sabato.

Che, se uno lavora, la vedo dura, ma forse nella busta, al posto di un bollettino postale da 82 euro da pagare – come quello ricevuto da mia moglie – c’è dentro una lettera di assunzione per disoccupati che, loro malgrado, hanno tempo libero e la mattina sono liberi di seguire come il Sacro Graal, l’Avviso.

La lettera che mi invita a passare in Comune a ritirare l’Atto però contiene una sorpresa, in fondo a tutto il testo e agli orari capestro ha una linea tratteggiata in orizzontale, sotto c’è scritto “Da compilare per eventuale Delega al ritiro”.

La leggo mentre sono in poltrona, è ormai sera tardi, è ora di andare a letto, l’unica luce è quella blu sfocata del televisore del vicino che tiene anche il volume alto, sento una musichetta e una voce calda, avvolgente:
“Post: il cambiamento siamo noi”. “Cambieremo insieme a voi per rendere l’Italia un posto più semplice, più veloce, più bello.”

E non so perché ma penso che abbiano delegato a qualcun altro, questo Cambiamento.
Che, però, non ha ancora ricevuto avviso.

Paolo Trezzi