“LE IPOCRISIE DEL SINDACO
BRIVIO SULLA SALVAGUARDIA
DELL’AMBIENTE”. LA LETTERA

LECCO – Pubblichiamo di seguito una lettera del Coordinamento lecchese rifiuti zero che raggruppa Circolo Ambiente Ilaria Alpi, WWF Lecco, Comitato Prealpino Cittadinanza Attiva, L’Altra Via, Gruppo Difesa Natura Suello, Qui Lecco Libera, Associazione Monte di Brianza , Rete Donne Brianza, Arci Civate, Comitato Lecchese Acqua Pubblica, La Foglia, Gruppo Valle della Nava, Mani Tese Bulciago, Cittadini residenti in provincia.

Abbiamo potuto leggere sui media locali il contributo del sindaco di Lecco in tema di azioni virtuose tese a ridurre le emissioni che compromettono le condizioni climatiche, con tutte le pericolose conseguenze, già visibili. Questa specie di vademecum con consigli ad uso per i cittadini, viene presentato dal Sindaco come integrazione alla interessante serata pubblica che ha visto Luca Mercalli ospite a Lecco, insieme al presidente nazionale di Legambiente.

Non può certo sfuggire il tentativo, a chiara valenza d’immagine, di evidenziare le azioni virtuose necessarie, in capo ai cittadini tese al contenimento delle emissioni di CO2, mentre non vi è alcun accenno, alle azioni virtuose che sarebbero d’obbligo per il “settore pubblico e privato, coinvolgendo le imprese ed il mondo dell’associazionismo”.

Non stupisce il non voler menzionare una delle questioni più importanti “a responsabilità pubblica” per il nostro territorio in tema di emissioni quale è il forno inceneritore di Valmadrera e l’incomprensibile accanimento ambientale rappresentato dal progetto del teleriscaldamento, che allungherebbe la vita dell’impianto di molti decenni. Quasi scontato l’intervento omissivo dell’assessore all’ambiente di Lecco Dossi nell’incontro sopracitato.

Sono evidenti le contraddizioni nel voler portare avanti questo impianto che da solo espelle in atmosfera quasi 150.000 tonnellate di CO2 all’anno, che di fatto annullerebbero l’effetto positivo di 200.000 alberi che i bravi cittadini dovrebbero piantare (suggerimento di Brivio).

Tutto ciò senza contare le conseguenze sulla salute dei cittadini, l’incenerimento di materiali riciclabili con la perdita dell’energia incorporata nella loro produzione (con ulteriori emissioni per generarne nuovi), il minor numero di posti di lavoro, i maggiori costi d’esercizio rispetto ad altre alternative virtuose e consolidate della ormai ben nota “economia circolare” a cui guardano le recenti direttive europee.

Sull’economia circolare, su una corretta gestione dei rifiuti, riteniamo che di ben altra pasta siano le note preliminari del libro di Rossano Ercolini, insegnante toscano, premiato con il Goldmen, l’equivalente ad un premio Nobel per l’ecologia. Citiamo letteralmente:

“Tutti noi abbiamo un’idea sbagliata dei rifiuti in Italia. Se pensiamo ai cassonetti incendiati, le strade sommerse di sacchi, se pensiamo alla tragedia della terra dei fuochi e delle discariche fuori legge sparse in tutto il Paese, dovremmo disperarci. Ma in realtà noi Italiani siamo migliori di quello che ci raccontano”.

Ci raccontano che senza il forno inceneritore le strade del lecchese sarebbero sommerse da montagne di rifiuti. Ci raccontano che senza il forno inceneritore centinaia di persone resterebbero senza lavoro. Ci raccontano che non esistono valide alternative….

L’inceneritore in questi giorni è chiuso e resterà chiuso per almeno 6 mesi per mettere in opera il lotto A del teleriscaldamento (sostituzione della turbina per un costo vicino ai 7 milioni di €).

Il forno è chiuso e la vita continua senza essere costretti a scalate montagne di rifiuti lasciati per strada.

In Italia sono più di 276 comuni che hanno abbracciato lo stile di vita “rifiuti zero” ed economia circolare. Vivere senza mandare tonnellate di rifiuti in inceneritori e discariche è possibile, sano ed economicamente conveniente per i cittadini.

Questa rivoluzione silenziosa partita dal basso è in atto in tutta Italia e in tutto il mondo. Abbiamo bisogno di un modello pulito, realizzabile con una responsabile e lungimirante collaborazione tra cittadini, istituzioni e produttori.

I Sindaci che avallano il progetto di teleriscaldamento sono così responsabili e lungimiranti? Quale esempio coerente danno ai loro cittadini? Distruggere salute e pianeta o cambiare rotta?

Coordinamento Lecchese Rifiuti Zero