LECCO – Ogni mercoledì parliamo di associazioni o gruppi che stanno per diventarlo. Se volete raccontare le vostra esperienza scriveteci a redazione@www.lecconews.news.
Questa settimana abbiamo intrevistato Marco Mastroianni, responsabile Amnesty International – Gruppo Italia 211.
Chi siete?
Siamo un piccolo gruppo di 9 attivisti, eterogeneo per genere e età (dai 18 ai 50 anni) che condivide l’idea di voler vivere in un mondo senza violazioni dei diritti umani. Non ci sentiamo soli a perseguire questo ideale. Facciamo infatti parte di una più ampia comunità globale di difensori dei diritti umani che si riconosce nei principi della solidarietà internazionale e che agisce attivamente e concretamente nel riconoscimento e nella lotta alle violazioni. Storicamente il GR 211 di Lecco non ha mai avuto una sede fisica. Siamo stati ospitati nel corso di questi anni in molteplici contesti diversi quale parrocchie, bar, case private… ecc. Da circa due anni le riunioni, a cadenza quindicinale, avvengono per lo più presso la sede del SoLeVol di Lecco.
Cosa fate?
Ci occupiamo di organizzare eventi su tematiche varie di violazione dei diritti umani. Possiamo organizzare un “semplice tavolino” di raccolta firme per chiedere, per esempio, al Governo Bielorusso di aderire agli standard europei e abolire la pena di morte oppure raccogliere firme per chiedere al nostro Governo, come è già successo in passato, l’introduzione del reato di femminicidio o ancora l’introduzione del reato di tortura nel codice penale italiano (reato che ad oggi in Italia è riconosciuto solo dallo Stato Vaticano). Oppure, magari in collaborazione con luoghi e organizzazioni sensibili possiamo organizzare momenti più a carattere conviviale-ricreativo (aperitivo, cena, mostre fotografiche, concerti…) con il solo scopo di far conoscere la nostra associazione o per celebrare date particolari (ad esempio l’8 marzo, Giornata internazionale della donna, o il 10 ottobre, Giornata mondiale contro la pena di morte). In quel caso portiamo un contributo informativo alla serata più “leggero” ma comunque capace di attivare riflessioni in chi lo riceve (filmati, foto, caramelle con bigliettini informativi… ecc.). A volte invece possiamo partecipare, da soli o con altre associazioni del territorio, ad eventi di approfondimento tematico-culturale, specifici di una o più violazione dei diritti umani: diamo voce a testimoni, a libri e autori o a esperti volontari della nostra Onlus (dalla discriminazione di genere, di etnia, di identità ai migranti in fuga dai conflitti come in Siria ad esempio, dalla violenza contro le donne ai diritti economici e culturali)
Quando siete nati?
Il nostro Gruppo nasce a Lecco 20 anni fa nell’intento di contribuire in loco, insieme al limitrofo Gruppo 126 di Merate, all’azione del più ampio movimento internazionale. Negli anni si sono avvicendati vari attivisti, in un ricambio continuo, anche se è ancora presente un nucleo di soci storici. Non mancano ancora oggi contatti con giovani e vecchi attivisti che hanno contributo per anni, decenni o pochi mesi all’attività di Amnesty. L’attuale Gruppo Italia 211 nasce peraltro dalle “ceneri” di un altro gruppo storico , il Gruppo Italia 74 attivo nel lecchese fino al 1995.
Ricordiamo infatti che la sede italiana di Amnesty International sorge a Roma nel 1977 e che negli anni si dirama preziosamente in tutto il territorio italiano con la creazioni di circoscrizioni regionali e gruppi locali. Non è possibile a questo punto non raccontare l’aneddoto storico relativo alla nascita della nostra Associazione…
1961. Peter Benenson, un avvocato inglese, legge su un quotidiano la notizia dell’arresto di due studenti in un bar di Lisbona, imprigionati per aver brindato alla libertà delle colonie portoghesi. Per questo unico “crimine”, il governo portoghese li aveva condannati a ben sette anni di prigione! L’indignazione che suscitò in Benenson l’episodio lo portò a pubblicare su un settimanale di Londra (The Observer, 28 maggio 1961) un articolo che invitava i lettori ad unirsi ad un coro di protesta. Scrisse queste poche ma catalizzanti parole… “Aprite il vostro quotidiano un qualsiasi giorno della settimana e troverete la notizia di qualcuno, da qualche parte del mondo, che è stato imprigionato, torturato o ucciso poiché le sue opinioni e la sua religione sono inaccettabili per il suo governo. Ci sono milioni di persone in prigione in queste condizioni, sempre in aumento. Il lettore del quotidiano percepisce un fastidioso senso d’impotenza. Ma se questi sentimenti di disgusto ovunque nel mondo potessero essere uniti in un’azione comune qualcosa di efficace potrebbe essere fatto”. Così quel 28 maggio con la pubblicazione sulla prima pagina dell’Observer di un appello intitolato “I prigionieri dimenticati”, nacque Amnesty International. L’adesione entusiasta di migliaia di persone convinse Benenson a trasformare quella campagna in ciò che sarebbe divenuto il più importante movimento globale di attiviste e attivisti per i diritti umani, impegnati a denunciare le ingiustizie dei governi, esprimere solidarietà e dare speranza alle vittime. Un’organizzazione oggi presente in oltre 150 paesi, con 2 milioni e 800.000 soci.
Come è nata questa passione?
Questa passione nasce dall’idea di far parte della vita di un gruppo associativo locale. La scelta della tipologia non è casuale ma deriva dalla volontà di vivere in un mondo in cui i diritti degli esseri umani sono tutelati, idea che da qualcuno potrebbe essere considerata utopica ma che per noi amnistiani è un credo irrinunciabile. L’incontro con il Gruppo e la più ampia Sezione Italiana poi ha consolidato questa idea, tramutandola in conoscenze progressive e in azioni concrete. Amnesty International non costruisce case e ospedali ma cerca con i suoi tanti attivisti e professionisti di tutelare ognuno di noi nel godimento di quei diritti enunciati dalla Dichiarazione Universale dei Diritti Umani e da molti trattati internazionali.
Cosa consiglieresti a chi si avvicina per la prima volta al vostro gruppo?
Per la mia esperienza ormai decennale consiglierei a chi sente in sé anche un piccolo nucleo di ribellione per la violazione dei diritti, di dar voce a questo ideale. Con semplicità è possibile contattare il gruppo locale e capire cosa poter fare in presa diretta, con un attivismo concreto che rispetta i tempi, le prerogative e le capacità personali del volontario oppure in qualità di simpatizzante che “da remoto” partecipa ad iniziative on-line o a eventi locali. L’unico prerequisito indispensabile per partecipare attivamente alla vita della nostra Associazione è l’effettuazione del tesseramento di socio, mentre per entrare in contatto con il Gruppo locale basta solo effettuare un contatto, in alcun modo vincolante.
Quali sono i vostri programmi futuri?
Continuare con passione ma anche sempre più visibilità la nostra attività sul territorio. Al momento stiamo preparando un evento che si terrà a Valmadrera il 28 maggio, cioè esattamente 54 anni dopo quel primo momento di attivazione popolare, dove interverrà il nostro attuale Vice-Presidente e altri importanti esponenti dell’associazione. Si presenterà il nuovo Rapporto Annuale di Amnesty International, pubblicazione annuale della nostra associazione che documenta la situazione dei diritti umani in 160 paesi e territori (www.rapportoannuale.amnesty.it). Inoltre si affronterà il tema dei migranti e dei rifugiati.
SCHEDA
Nome: Amnesty International – Gruppo Italia 211 – Lecco
Luogo: Lecco
Anno di fondazione: 1995
Tipologia: Associazione di volontariato
Soci: 9 soci attivisti a Lecco (la Sezione Italiana di Amnesty International conta circa 80.000 soci, tra attivisti e non attivisti)
Contatti: e-mail: gr211@amnesty.it – Facebook: http://www.facebook.com/amnestylecco – Sito: www.amnestylecco.altervista.org – Blog: www.amnestylecco.blogspot.com
Chiara Vassena