LECCO – Tre sono gli arresti realizzati dalla sezione stradale della Polizia di Stato nell’ambito dell’operazione Roll off, scattata nel giugno dell’anno scorso a seguito di un furto ai danni dell’azienda Csm Europe di Monte Marenzo, l’inizio di una serie di colpi che avevano per obiettivo il materiale ferroso delle aziende della zona industriale del Calolziese e di alcuni Comuni bergamaschi limitrofi.
Da qui è partita l’attività di polizia giudiziaria coordinata dal procuratore Paolo Del Grosso: sopralluoghi, pedinamenti, monitoraggio di targhe e autoveicoli tramite i nuovi sistemi di riconoscimento, che ha portato all’arresto di tre individui residenti tutti nel comune di Arcene in provincia di Bergamo: A.P. classe 1969, E.P. classe 1976 e F.C. classe 1959. La banda, ben organizzata, si preoccupava di fare dei sopralluoghi nelle ditte per individuare la quantità e qualità del materiale (scarti di acciaio, ferro e ottone), che poi sarebbero andati a prelevare nella notte.
Con una tronchese venivano tagliate le catene dei cancelli oppure veniva tolta l’elettricità per procedere con l’apertura manuale, dopodiché F.C. abilissimo autista, si introduceva nel cortile con un grosso camion Scania e con una rapida manovra veniva agganciato il cassone contenente il materiale da rubare. Un’autocivetta assicurava un rientro tranquillo al camion verso i luoghi di deposito, dove poi entravano in gioco i ricettatori, ancora da individuare.
Il furto in sé durava dai due minuti e mezzo fino ad un massimo di quattro, per un valore che a seconda del materiale sottratto poteva andare dai cinque ai 25 mila euro, a cui va aggiunto il costo del cassone che può arrivare a 9 mila.
I tre ladri sono tutti pregiudicati per reati contro il patrimonio, lo scorso agosto infatti a Cinisello Balsamo sono stati arrestati in fragranza di reato e sottoposti agli arresti domiciliari con sequestro del mezzo. Ma una volta scontata la loto pena e tornati in possesso dello Scania la banda ha ripreso l’attività. Fino a quando il 22 gennaio sono stati arrestati inseguito ad un pedinamento a Cassano d’Adda. F.C. e E.P., processati per direttissima, hanno patteggiato rispettivamente otto mesi e un anno di carcere. Ma quattro sono i furti di cui si ha un riscontro oggettivo della loro responsabilità e almeno dodici sono quelli in cui è seriamente ipotizzabile il loro coinvolgimento. Le accuse a loro carico sono furto aggravato e continuato e con questi capi rischiano da uno a sei anni.
Manuela Valsecchi