LA WALL STREET IN COMMISSIONE:
IMPROVVISA ACCELERAZIONE, PERPLESSITA’ BIPARTISAN

LECCO – Lunedì sera le commissioni consiliari II e III congiuntamente si sono riunite in Comune per approvare il Progetto da quasi un milione di euro di spesa, per il recupero dell’ex Pizzeria Wall Street, il bene confiscato alla famiglia di Franco Coco Trovato e da pochissimo “liberato” dall’archivio scantinato della Prefettura di Lecco e restituito alla disponibilità del Comune di Lecco.

Il progetto su cui le commissioni dovevano decidere era quello dell’associazione Libera “Wall Street Lecco. I sapori e i saperi della legalità”. Presentato due anni fa ad un tavolo con Comune, Prefettura e Agenzia per i beni Confiscati e formalizzato in un protocollo d’Intesa che, stando soprattutto ai consiglieri Angela Fortino (NCD) e Giacomo Zamperini (Fd’I) è rimasto per troppo tempo oscuro alla Commissione e agli organi rappresentatitivi dei cittadini.

Strade privilegiate che, nel dipanarsi della discussione, oltre a far storcere non poco il naso di diversi commissari ha accesso alcuni battibecchi con in testa il consigliere Alessandro Magni (Sel).

La spesa prevista per la ristrutturazione di 700.000 euro – ma paventata di circa un milione anche dal consigliere di maggioranza Casto Pattarini (Pd) – ha fatto emergere altre perplessità.

Pochissimo il tempo per ragionare e valutare con serenità il progetto visto che si è sviluppato fuori dall’assise pubblica e che, per esplicito volere della maggioranza e della Giunta; e oggi, dopo due anni di letargo ecco un’accelerazione dell’iter approvativo della delibera. Infatti, stupendo un po’ i consiglieri, il presidente Alfredo Marelli (Pd) ricorda che questa delibera verrà portata alla definitiva approvazione già il prossimo lunedì in consiglio comunale.

L’Inchiesta Metastasi che ha coinvolto la città ed il consiglio, per alcuni, deve aver fatto accelerare il tutto. Con il rischio di rimetterci in trasparenza, in scelte condivise e responsabili.

I costi, non di poco conto, previsti per la ristrutturazione, coperti dalla Regione Lombardia per 400.000 euro, probabilmente (non ancora deliberato l’impegno economico), dalla Fondazione della Provincia di Lecco e dal Comune di Lecco per altri 100.000 euro (il resto è in capo a Libera) sono solo uno degli aspetti che hanno lasciato perplessi.

I lavori, che saranno commissionati ad Aler Lombardia, sono frutto di offerte diverse? Sono stati valutate altre offerte per valutarne la congruità della spesa essendo denari pubblici quelli impiegati? Il progetto di ristrutturazione ha trovato il via libera dagli Uffici e dal Dirigente Comunale? Informazioni che sono rimaste sospese per aria.

Ma un altro aspetto che anche dai banchi della maggioranza con Casto Pattarini e Ciro Nigrillo (Pd) ha trovato attenzione e perplessità è la seconda fase dell’attuazione del progetto della Pizzeria della legalità. E cioè la fase di gestione. Ritenuta dai consiglieri ancora troppo aleatoria, fumosa, non chiara. Da sviluppare e chiarire.

Il progetto, pur trovando sostegno e condivisione nella sua spinta ideale si scontra con domande inevase alle quali né il presidente Alfredo Marelli ne l’assessore Ivano Donato hanno voluto o potuto rispondere.

Il presidente di Libera Lecco, Paolo Cereda, dirigente ai servizi sociali del Comune di Valmadrera, ha spiegato durante la Commissione che l’associazione è stata l’unico soggetto a presentare un progetto per la realizzazione di una pizzeria della legalità nel 2012 e che questo è stato subito accolto positivamente. “Su questo immobile mancavano progetti, nessun’altra associazione si è mai fatta avanti”. Dimenticando – lui e l’assessore nonché il presidente Marelli – che non era possibile, per gli altri, presentare un progetto. Essendo agli altri precluso qualsiasi sopralluogo dell’immobile.

Per un progetto di legalità, di antimafia, non è un buon segno. E restano senza risposta altre domande importanti. Ad esempio, perché non si è fatto un concorso di idee per investire la città del recupero visto che il tempo c’era? Perché – come chiedono già alcuni soggetti sul territorio – non si sono coinvolte altre associazioni per costruire insieme un progetto? E ancora, perché bisogna spendere così tanti soldi in una fase di così forte crisi senza valutare se altre possibilità, strade, permettono un risparmio?

C’è però fretta di far approvare quel piano e i consiglieri di buon grado hanno ripiegato, tenendosi quei quesiti ancora una volta per sé.