LA LETTERA/”MENSE A SCUOLA, STARE ZITTI E’ LEGITTIMARE”

LECCO – Riceviamo e pubblichiamo una lettera di Paolo Trezzi dedicata alla vicenda delle mense scolastiche cittadine. Nel mirino in particolare l’assessore alla partita, ma non solo.


Verrebbe voglia di fare uno sciopero alla settimana. Mica per cattiveria o perché ce ne sarebbero 1000 di ragioni a guardare com’è messa e considerata la scuola qui a Lecco e in generale.  Verrebbe voglia di fare uno sciopero alla settimana giusto solo così per accorgersi che l’Assessore all’Istruzione del Comune di Lecco c’è. E’ viva. Anche se solo per scrivere comunicati.

Forse, però, unAssessore e un assessorato così ce li siamo meritati tutti. Io, tu, noi, voi e pure loro quei rompiballe dei genitori degli alunni delle scuole di Lecco che si sono messi in testa che i bambini, i loro e perchè no tutti, abbiano il diritto di mangiare sano, buono, in maniera dignitosa e possibilmente non stracaro. Con un rapporto qualità/prezzo che non gridi vendetta alla decenza come, invece, è ora.

E allora questi genitori cosa fanno e han fatto? Da e per mesi e mesi e mesi. Si documentano, verificano, controllano, chiedono conto, chiedono ascolto, che non vuol dire aver davanti qualcuno – anche se è un’Assessore – che ti guarda. Si informano, provano, confrontano e fanno proposte. Concrete. Misurabili. Legali. Vantaggiose pure economicamente.

Apriti cielo. E come si permettono. Pensa e dice l’Assessore all’Istruzione e alla Partecipazione di chi decide però lei. Non sono stati eletti da nessuno. Prima si facciano eleggere e poi, solo poi, potranno avere i miglioramenti che chiedono, e così anche i loro bambini. Ecchecazzo. Hanno un vantaggio però i genitori. Sanno di cosa parlano e l’Assessore va in bambola.

Loro citano articoli, fanno interpellanze in Consiglio, chiedono audizione alla Commissione consigliare. Chiedono dati, che il Comune non da, che non vuole dare. Li confrontano.

All’Assessore non resta molto. Promette, scrive, dice, ma non fa. E i consiglieri annaspano. Passa il tempo, il Comune pare agli arresti. Malgrado le promesse, gli impegni di Sindaco, Assessore, Commissione, Presidente di Commissione per mesi sembra venuto giù il sipario. Nulla si sa, nulla rispondono, nulla informano (a proposito di partecipazione) e oplà il tempo passa. Il cibo peggiora pure e si è allo sfinimento.

Protocollano domande alla Giunta ed ai consiglieri. Risposte zero. Segnalano disservizi, portate saltate, cibi non idonei, muffa su yogurt, insegnati trasformate in inservienti per carenza di personale… L’Assessore continua a non rispondere, a tergiversare.

Propongono soluzioni legali e legittime, citando leggi, articoli e regolamenti per migliorare il servizio e far anche risparmiare soldi – soldi – al Comune. Immediatamente 50.000 euro ma su su fino a 200.000 euro all’anno se estese e organizzate per tutte le scuole cittadine ma no l’Assessore è ferma. Si può fare ma non ci interessa. Nemmeno aiutarvi.

Ed oggi scrive nel suo comunicato che: “Sì al Comune il pasto costa 6,02 euro, ma viene pagato dalle famiglie da un minimo di 1,60 euro ad un massimo di 5,40 euro…”. Forse l’Assessore non coglie, ma il Comune, va comunque ricordato, siamo tutti noi. I soldi che il Comune paga, sono soldi di tutti i lecchesi. E’ ancor più doveroso averne, perciò, buona cura, attenzione e rispetto.

E nel suo comunicato l’Assessore, alla vigilia dello sciopero, si ridesta e scrive ancora “il continuo miglioramento del servizio è un obiettivo prioritario”. Verrebbe da domandarsi, visti i risultati – certificati a cura di Dirigenti scolastici e dai genitori – dell’inadeguata ed a volte inaccettabile qualità riscontrata da anni e anche nell’ultimo anno scolastico, se questo continuo miglioramento effettivamente per l’Assessore c’è stato, cosa si mangiava negli anni precedenti? Non oso immaginare.

Ma c’è un dì più, un peggio, l’Assessore all’Istruzione e alla partecipazione segnala nel suo comunicato che negli anni passati con il (precedente) Coordinamento cittadino mensa (l’organo dei genitori) c’è sempre stata collaborazione nella Commissione mensa (organo con anche Comune e azienda appaltatrice del servizio mensa) per il miglioramento del servizio.

Ecco, sarebbe buona cosa che dicesse anche che non c’è nessun verbale agli Atti, nessuna scheda consultabile delle segnalazioni che i genitori singoli hanno compilato durante la loro presenza in mensa sulla non adeguata qualità del servizio e del cibo.

A questo punto non resta che la coscienza di ognuno. Stare zitti, genitori, cittadini, consiglieri comunali, dirigenti scolastici è essere complici. E’ legittimare un’ingiustizia.

E’ come scendere un gradino la scala della verità, della ragione, un gradino sembra poca cosa, ma se si alzano gli occhi e si guarda la scala dal basso, ci si accorge di quanto, questa società, questa città, queste Istituzioni, sono già sprofondate.

Paolo Trezzi

PS: Visto il numero elevatissimo di adesioni alla protesta – dopo molta proposta – sembra proprio che i genitori l’abbiano detto chiaro.

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NOTA
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