LETTERA/IL FOSCO DELLA POLITICA
SULLA SALA DI VIA FOSCOLO:
TROVATO (COME) UN GESTORE?

sala ugo_foscoloLECCO – Caro Direttore, è positivo che riapra – o meglio, finalmente apra – la sala polivalente di Via Foscolo.
Ma riaprirà davvero?

È notizia di queste settimane che con una rapida indagine conoscitiva di mercato, promossa dalla Giunta comunale, si è trovato un soggetto interessato a prendere in concessione l’utilizzo dell’Auditorium.

Ma è sufficiente che si sia trovato qualcuno, che l’operazione pare abbia cifre irrisorie, che non tutto sembra chiarissimo, per non farsi domande, ed essere tutti felici e contenti?

Dopo oltre dieci anni dalla costruzione, (Lecco News ne scrisse già in tempi non sospetti, ndr) dopo il collaudo positivo del 21 giugno 2011, dopo uno stanziamento nel Bilancio di previsione del 2012 di ben 160,000 euro, dopo la Delibera di Giunta del 9 agosto 2012, la nr 142, che la intitolava alle Sorelle Villa, dopo una Delibera di Consiglio, del 10 settembre 2012, la num 54, che stabiliva Regolamento d’utilizzo e pure le tariffe, dopo un dietrofront del giugno 2014 dove l’allora Assessore alla Cultura, in quota Appello per Lecco, Michele Tavola, ne cancellava la destinazione, la teneva chiusa e accampava costi enormi, si arriva a oggi, maggio 2016, ad assegnare, in meno di 20 giorni, a Teatro Invito la gestione.

E allora mi chiedo, per una questione civica di chiarezza e trasparenza, dopo le lodi per l’apertura – annunciata dall’Assessore al Patrimonio, anch’esso in quota Appello per Lecco, Corrado Valsecchi, quali erano gli ostacoli, reali, che ne impedivano in questi anni, anche recenti, l’apertura da parte del Comune?

sala ugo_foscolo

E perché sono decaduti ora NON con la gestione diretta del Comune ma concedendola ad una Associazione?
La tariffa di 2600 euro all’anno, (216,67 euro al mese) che il Comune incassa da Teatro Invito per concedergli l’uso dell’Auditorium, da 320 posti e ben 400 mq. pare con evidenza una cifra irrisoria, quali altri oneri e di che entità sono in capo all’Associazione a a cui è stato concesso l’utilizzo? Che non sono quantificati nel bando?
Oneri stranamente così alti che il Comune non può pagare e non può nemmeno paventare di incassare dal noleggio diffuso della struttura, però, paradossalmente diventano sostenibili per un’associazione?

La povertà di spazi civici e pubblici in città è conosciuta da tutti, mi chiedo se è stato previsto – nel Bando non si legge – che Teatro Invito possa a sua volta affittare la Sala a chi ne farà richiesta.

Questo però apre un altro aspetto interessante da capire. I costi.
Per la Sala Ticozzi della Provincia, poco più piccola, servono oltre 230 euro per l’utilizzo di una sera, la sala di Palazzo delle Paure, da 80 posti, solo qualche decina di euro in meno, idem per la sala di palazzo Falck. poco meno della metà per quella da 100 posti del Centro Sociale.
Insomma importi comunque, come si vede, che in pochissimo tempo coprirebbero la spesa del canone annuo chiesto a Teatro Invito.
(le sale sopracitate sono sempre molto utilizzate)
Se poi ci si facesse un cinema li si copre, netti, in un weekend.

E allora si torna alla domanda iniziale, perché sia negli scorsi anni che adesso il Comune non è in grado di aprirla da solo quella Sala?
Qual è il vantaggio economico che ha un’associazione ad affittarla per 6 anni + 6 opzionabili che non può essere sostenuto dal Comune direttamente o da un azionariato popolare e collettivo?
Proprio utilizzando, perché no, quel così sbandierato Regolamento di Collaborazione civica che si è data in pompa magna l’Amministrazione, di cui l’Assessore Valsecchi, millantando, si attribuisce quasi il merito?

Ultimo punto ma solo come nota più o meno di colore, è quello di evidenziare la labile opportunità, non leicità che c’è tutta, nel partecipare ad una gara indetta dall’Assessore al Patrimonio, in quota Appello per Lecco, da parte di Teatro Invito dopo che la propria responsabile organizzativa, Elena Scolari, è stata candidata, alle ultime elezioni dello scorso anno, proprio nella lista dello stesso Assessore.

Tantopiù dopo le domande e perplessità sopra evidenziate che non mi paiono campate in aria e che spero Consiglieri e Amministrazioni vorranno rispondere

TREZZI PAOLO 2Paolo Trezzi