LA LETTERA/GESTIRE L’EMERGENZA
UNA LISTA NOZZE PER I PROFUGHI

scarpeProviamo a capirci.
Questa storia promossa dal Comitato Noi tutti migranti, di invitare i cittadini lecchesi a comprare scarpe da donare ai profughi durante la marcia degli uomini scalzi in programma oggi, mi pare una buona idea concretizzata malissimo.

Inizialmente la proposta era pure peggio: scarpe nuove dal 39 al 44 per i 37 profughi accolti ai Resinelli chiesti ad una marcia da 1200 persone e 300. 000 lecchesi.
Immaginarsi le vagonate di scarpe così a capocchia.
Tipo 60 scarpe del 39…e su ai Resinelli il 39 lo porta solo uno.
Ora han provato a mettere una pezza.
Più plausibile ma pur sempre una pezza.
Le scarpe nuove raccolte le daranno a tutti i profughi che ne hanno bisogno nei vari campi accoglienza della Provincia.

Le 59 scarpe nuove del 39 però avanzano anche così perché quel numero di calzata lo hanno solo 31 profughi.
Che si fa? Le si butta? Le si rivende…?

Ti rispondono che è un piccolo gesto simbolico.
Ma simbolico è camminare scalzi, questo è invece un atto pratico e allora resta una buona idea concretizzata a capocchia.

Se il Comitato organizzatore è veramente in grado di occuparsi della logistica – e sorvolando sul fatto che tali beni di prima necessità dovrebbero essere a capo delle cooperative che gestiscono i vari campi accoglienza (dentro i famosi 35 euro al giorno percepiti per ogni profugo presente)- non aveva più senso e logica raccogliere una lista di beni di prima necessità, appunto anche le scarpe (con relativo numero e chiaramente imputabile al relativo profugo) ma non solo (intimo, magliette, libro, ect) e fare appunto UNA LISTA SOLIDARIETÀ (mio fratello che guardi il mondo) in un negozio, o più negozi, come le Liste nozze e invitare i partecipanti e non solo alla marcia delle donne e degli uomini scalzi a contribuire anche con contributo parziale all’acquisto dei beni in lista?

Avremmo così comprato 32 scarpe nuove del 39 per i 32 profughi che calzano quel numero e non acquistato inutilmente 28 scarpe con relativo spreco di denaro.

Ma se dopo un mese manca un coordinamento, una rete solidale tra Istituzioni, associazioni e tecnici, si può solo arrancare e organizzare una marcia.
Questa si simbolica.

Paolo Trezzi