Il Mercato Europeo che anche quest’anno ha movimentato Lecco è stato un bell’appuntamento. Fiumi di persone che si accalcavano sul lungolago un poco per il bel tempo molto per guardare le leccornie di molti Paesi.
Paella, Birra, maialino, hotdog, amuleti, feta, bertzel, birra e ancora birra. Non si può essere totalmente contrari a iniziative come questa.
Malgrado il caos automobilistico che non pare, nemmeno questa volta, essere stato gestito con oculatezza e personale adeguato; malgrado i prezzi tutt’altro che popolari e, in diversi casi, prodotti non di eccelsa qualità; malgrado la raccolta differenziata con evidenza nemmeno questa volta pensata e attuata.
Per non parlare delle noti dolenti individuali, di inarrivabile inciviltà che han trasformato monumenti in accampamenti per vettovaglie, penniche e rutti liberi.
L’aspetto positivo di un’iniziativa come il Mercato Europeo, da cogliere, a parer mio, è quello di prendere da esempio, spunto, per un servizio pensato in primis per i cittadini che vivono quotidianamente la città, agli esercenti, piccoli e locali, ai produttori locali e poi, perché no, anche per i turisti.
In fondo dobbiamo pure autoripagarli quei due bagni autopulenti da ben 106.000 come vuole l’assessore al decoro urbano CorradoValsecchi, o no?.
E allora prendiamolo da stimolo, il Mercato, non i bagni.
Se il Mercato Europeo è una macchina organizzata potente e imponente, un pacchetto chiavi in mano offerto ai Comuni da Confesercenti di Bergamo, un poco oneroso da replicare, dovrebbe, alle Istituzioni amministrative e di categoria però far saltare la mosca al naso.
Soprattutto perché di ricchezza, di ridistribuzione della ricchezza, sul territorio lascia poco, anzi, sottrae. Tolti due o tre bar.
E allora perché non facciamo un (altro)Mercato anche noi, ma non per invidia, non per sfida, ma solo per economia.
Certo non come quello impoverito e di una tristezza infinita delle eccellenze alimentari locali che abbiamo visto in piazza Garibaldi il 10 aprile e che rivedremo, immagino paro paro, il 5 giugno.
Facciamo invece due cose, finalmente un mercato dei produttori e dei contadini locali permanente, e una Fiera/Sagra/Vetrina/Tavolata da rendere poi, magari, un appuntamento fissoe forse pure itinerante però delle eccellenze alimentari che abbiamo qui sul territorio.
Banchetti vetrina e assaggio del Vino della Brianza e della Val Curone, l’olio favoloso di Perledo, i formaggi artigianali della Valsassina e dei suoi alpeggi, la torta e i dolcetti di Lecco, i Caviadini di Introbio, i Missoltini e le specialità dei pescatori dell’Adda e del Lago, le castagne di Figina, la carne ovina e caprina di Casargo; le verdure della piana; i piccoli frutti dell’altopiano di Barzio; le piante antiche di Brivio, il pane con lievito madre della Valle San Martino e di Colle Brianza; il farro e cereali autoctoni di Monte Marenzo, le birre crude di Lecco e Garlate, il cioccolato di Pescarenico e decine di altre cose ancora; per stare solo sull’alimentare locale.
E, vista la stagione, buoni offerta per pranzi e cene a prezzo fisso nei ristoranti dove queste specialità si trasformavano in piatti e assaggi, un elenco di ristoranti e B&B,
E portiamo questi banchetti, queste tavolate, queste specialità, nelle Piazze, splendide, dei quartieri, con bus navetta di LineeLecco (è pure in attivo) gratuiti o a prezzo calmierato.
Per i cittadini di Lecco e anche per i turisti che vengono per il nostro patrimonio culturale mica per l’aiuola con i fiori o la statua lucidata.
E intorno a questa fiera, queste bancarelle, queste tavolate, narriamo la storia del quartiere, narrata da chi ci abita, da letture ad alta voce di libro, da percorsi culturali e artistici.
Con un sostegno ai negozi di prossimità, una riscoperta del territorio e della sua storia, delle sue eccellenze gastronomiche e artistiche.
Per la città, per i cittadini, con i cittadini.