INDAGINE CONGIUNTURALE RAPIDA:
PER CONFINDUSTRIA LECCO SCENARI DI “DIFFUSA STABILITÀ”

GRAFICO STAGNAZIONELECCO – I dati elaborati nell’ambito dell’Osservatorio rapido congiunto di Confindustria Lecco e Unindustria Como relativo al mese di maggio 2014 evidenziano uno scenario di diffusa stabilità nel quale i giudizi prevalenti sono quelli improntati al mantenimento dei livelli, confermato anche dalle indicazioni di aumento e diminuzione che tendono a bilanciarsi.

Per i principali indicatori esaminati, relativi ad ordini, produzione e fatturato, “si riscontra stabilità, rispetto a quanto registrato ad aprile, per circa la metà del campione.
Nel caso della domanda, lo scenario risulta ancora in rallentamento sul fronte domestico
mentre gli scambi con l’estero manifestano più dinamismo”.

Per quanto riguarda l’andamento dell’attività produttiva, la differenza tra i giudizi di
crescita e di diminuzione è a favore di quest’ultima; risulta infatti in riduzione, di circa 3
punti percentuali, il tasso medio di utilizzo degli impianti produttivi che si attesta al 73,4%. Il fatturato risulta invece stazionario.

Le aspettative paiono confermare il permanere dello scenario rilevato per le prossime
settimane; ed anche gli indicatori associati all’andamento occupazionale delineano un
quadro di generale stabilità dei livelli.

Come emerso nelle precedenti edizioni dell’Osservatorio, i casi di insolvenza e di ritardo
dei pagamenti da parte dei clienti, il ristretto orizzonte temporale di visibilità sul
portafoglio ordini e i rapporti con gli Istituti di credito risultano critici.

MAGGI GIOVANNI“L’osservatorio, come si può evincere dai dati dettagliati, lascia emerge un quadro
prevalentemente stabile. Come tutti ben sappiamo, però, veniamo da una lunga stagione di sofferenze, che per molti non è ancora terminata. Non ci possiamo quindi certo accontentare della stabilità e l’obiettivo da perseguire è quello della competitività e la crescita. Credo che non si possa dire che le imprese in questo abbiano fatto mancare il proprio impegno; è invece il contesto del sistema Paese che deve necessariamente mutare le condizioni del fare impresa attraverso la strada delle riforme, del taglio agli sprechi e dell’efficientamento della macchina pubblica” – commenta il Presidente di Confindustria Lecco, Giovanni Maggi.

GLI ORDINI
L’analisi della domanda per le aziende di Lecco e di Como evidenzia ancora una volta
un andamento diversificato in base alla tipologia di mercato analizzato. Sul fronte
interno, in maggio rispetto al mese di aprile, si registra una stagnazione; la percentuale
dei giudizi indicanti un rallentamento (27,8%) risulta superiore, seppur di poco, rispetto
alla percentuale di giudizi di crescita (25,2%). Per il rimanente 47% del campione la
situazione risulta invariata.

Nel caso dell’export invece a prevalere sono i giudizi di crescita (29,5%) sui giudizi di
diminuzione (22,5%), mentre per il rimanente 48,1% permane la fase di stabilità.
Anche l’analisi delle sole imprese lecchesi fa emergere un quadro analogo, seppur con
percentuali leggermente diverse.

“Da tempo, la presenza sui mercati esteri da opportunità si è trasformata in necessità di
sopravvivenza per le aziende del nostro territorio, così come per le aziende dell’intera
nazione – afferma Giovanni Maggi. Le manovre e le riforme degli ultimi anni
evidentemente non sono state sufficienti a rilanciare una domanda interna che,
nonostante i timidi segnali di ripresa della prima parte dell’anno, stenta a decollare.
E’ da tempo che Confindustria incalza i diversi Governi che si sono succeduti ad essere più incisivi. In questo momento non bastano i piccoli cambiamenti e i piccoli ritocchi, occorre invece fare delle scelte importanti e decisive, che consentano di invertire nettamente il trend negativo”.

LA PRODUZIONE
Anche i dati sull’attività produttiva per le imprese delle due province evidenziano una
fase di stagnazione. Il 56,8% del campione ha indicato stabilità dei livelli produttivi rispetto al mese precedente, mentre i giudizi di diminuzione (22,6%) e aumento (20,5%) si bilanciano.

Il tasso medio di utilizzo della capacità produttiva in maggio si è attestato al 73,4%, in
diminuzione rispetto all’ultima rilevazione relativa al mese di marzo (76,8%). I dati della provincia di Lecco evidenziano un maggiore rallentamento della capacità
produttiva. Un’impresa su quattro, infatti, ha espresso un giudizio di rallentamento, a
fronte di un 13,6% che ha invece indicato un incremento rispetto ad aprile. Si rileva,
tuttavia, un maggiore sfruttamento della capacità produttiva, che raggiunge il 76,7%.

IL FATTURATO
La situazione risulta stagnante anche per il fatturato delle aziende dei due territori.
Percentuali identiche sia nei giudizi di diminuzione che di crescita (30,5%), mentre
stabilità rispetto al mese precedente viene indicata dal 39% del campione.

Meno favorevole il dato lecchese che, nonostante una prevalenza di giudizi di stabilità
(42,6%), evidenzia una percentuale maggiore di giudizi di contrazione (31,1%) rispetto a giudizi di crescita (26,2%).

LE PREVISIONI
Le previsioni delle imprese delle due province indicano il permanere, per le prossime
settimane, della situazione riscontrata in maggio. Il 60,8% del campione esprime infatti
un giudizio di stabilità che rappresenta l’indicazione prevalente. I giudizi riguardanti la
diminuzione (17,6%) e la crescita (21,6%) risultano più contenuti e tendono invece a
bilanciarsi.

La visibilità sugli ordini continua a rappresentare un elemento sensibile per le imprese
del campione. Per quasi 9 imprese su 10 (87,8%) gli ordini in portafoglio risultano
coprire un orizzonte temporale inferiore al trimestre; il dato considerando un periodo
inferiore al mese si attesta invece al 46,3%. Solo per il 12% del campione la visibilità
sugli ordini risulta superiore al trimestre.

Lo scenario delineato per le imprese di Lecco assume caratteristiche simili rispetto a
quanto rilevato congiuntamente. Risultano confermate infatti la diffusa stabilità (72,6%)
delle aspettative sulle prossime settimane, da un lato, e il limitato orizzonte temporale
del portafoglio ordini (81,4% inferiore ad un trimestre), dall’altro.

LE MATERIE PRIME
Sul versante dell’approvvigionamento delle materie prime le imprese lecchesi e
comasche segnalano una dinamica generalmente stabile dei listini nel mese di maggio;
per una parte più limitata del campione sono state invece rilevate variazioni. Nel dettaglio il 75,2% delle aziende ha indicato stabilità dei prezzi delle materie prime, il 7,4% una diminuzione dei listini e il 17,4% un incremento. L’entità mediamente
registrata, considerando il complesso di tutte le commodities acquistate (metalli, materie prime tessili, materie plastiche) è stata inferiore a 5 punti percentuali, sia in caso di aumento (54,8% delle segnalazioni) sia in caso di diminuzione (29% delle segnalazioni).

I dati per Lecco confermano il medesimo scenario: diffusa stabilità (85% del campione)
e, nel restante 15% delle imprese, variazioni del costo di approvvigionamento sino al
5%, sia in aumento che in diminuzione.

LA SOLVIBILITÀ
Le imprese di Lecco e di Como continuano a registrare forti criticità per quanto
riguarda i casi di insolvenza e ritardo nei pagamenti. Il fenomeno interessa oltre il 60%
del campione e la situazione non risulta in miglioramento rispetto ai mesi precedenti,
così come indicato da oltre l’82% delle imprese aderenti all’indagine. Per circa il 10% la
situazione risulta addirittura in peggioramento mentre sono limitati i casi di aziende che
hanno riscontrato un miglioramento in tal senso.

La situazione non cambia per le sole imprese lecchesi, per le quali i giudizi di
peggioramento risultano superiori (13,3%), a fronte di un miglioramento che interessa
solamente il 2,2% del totale.

I RAPPORTI CON GLI ISTITUTI DI CREDITO
Nei rapporti con gli Istituti di credito, l’Osservatorio ha rivelato il permanere di criticità
per le imprese di entrambe le province. L’ 11,3% delle aziende ha comunicato incrementi degli spread e dei tassi applicati mentre per oltre un caso su quattro (27,8%) sono stati registrati aumenti delle spese e delle commissioni bancarie.

A livello lecchese il fenomeno è stato riscontrato in misura più ridotta: l’incremento
degli spread e dei tassi ha riguardato l’8,3% del campione mentre l’incremento delle
spese e delle commissioni ha interessato un’impresa ogni cinque (19,7%).

L’OCCUPAZIONE
Non si registrano particolari cambiamenti sul versante occupazionale per le imprese
delle due province. Lo scenario che emerge è quello di una forte stabilità che raggiunge l’89,5% dei giudizi totali, con indicazioni di aumento e diminuzione che tendono a bilanciarsi. Stessa situazione per le aspettative per le prossime settimane.

“I dati – afferma Giulio Sirtori, Direttore di Confindustria Lecco – indicano stabilità
anche per il nostro territorio. Non dobbiamo tuttavia dimenticare che vi sono purtroppo
realtà che stanno tuttora attraversando situazioni delicate, nell’ambito di uno scenario
difficile che questi dati non ci possono certo far dimenticare. Credo che ci vorrà ancora
del tempo, e soprattutto riforme serie, prima che la stabilità si trasformi nella ripresa che tutti ci auguriamo anche sul fronte occupazionale”.