APERTA LA CASA DELLA CARITÀ.
250 VOLONTARI IMPEGNATI
IN AIUTO, ASSISTENZA E ASCOLTO

LECCO – “Non un condominio o un agglomerato, non una cittadella fortificata o una fonte di problemi, ma una casa fatta di relazioni, di fraternità e di solidarietà”. Sono queste le parole con cui l’arcivescovo Mario Delpini ha inaugurato ieri sera la Casa della Carità di Lecco, la sesta attiva in Diocesi, che va ad aggiungersi alla prima – la “storica” di Milano, voluta ormai vent’anni fa dal cardinale Martini – e a quelle più recenti di Varese, Saronno, Gallarate e Seregno.

Tante le presenze, a sottolineare una serata attesa e importante non solo per Lecco, ma per l’intero territorio, e poi naturalmente qualche ospite già accolto e gran parte dei 250 volontari coordinati da quattro operatori professionisti delle Cooperative “Il Grigio” e “L’Arcobaleno”.

La ristrutturazione degli spazi del Centro Paolo VI di via San Nicolò – nei pressi della Basilica, che per decenni ha ospitato attività pastorali nei settori della carità e della comunicazione – è durato tre anni e reso possibile grazie al finanziamento della Diocesi (con mezzo milione di euro, frutto dell’8×1000) e, tra gli altri, di Fondazione Cariplo e Fondazione Adiuvare, dell’Associazione “Robert F. Kennedy Foundation of Italy” e della Chiesa di Gesù Cristo dei Santi degli Ultimi Giorni. Senza dimenticare i privati, dall’anziano cittadino anonimo (ora scomparso) che ha donato due milioni di euro, a tante piccole contribuzioni.

E tutto per una Casa che il direttore di Caritas ambrosiana, Luciano Gualzetti, ha definito “un segnale molto importante per una comunità cristiana che vuole annunciare la vita piena: casa dei poveri e dei volontari, della Parola e dell’ascolto, aperta alla città”. Significativo che sull’edificio sia stata posta la scritta luminosa, presente sul padiglione della Santa Sede a Expo 2015, “Dacci oggi il nostro pane quotidiano” in francese.

Tre le opportunità legate alla Casa per don Milani: “In primis, la sua collocazione vicino alla Basilica di San Nicolò, cosicché chi partecipa alla messa e all’incontro con il Signore si senta interrogato. Poi, il monito perché, affacciandosi su un nodo viabilistico importante della città, la Casa permette di riflettere sul nostro stile di vita. Terzo, la presenza delle persone che troveranno qui ascolto, assistenza, aiuto serio e competente per rincominciare”.

Fonte chiesadimilano.it