LECCO – A poche ore dalla dura requisitoria del sostituto procuratore Silvia Zannini contro il geometra comunale Maurizio Castagna e l’odontotecnico Francesco Sorrentino, accusati di concussione e concorso in concussione e chiedendo per ciascuno sei anni di pena, Qui Lecco Libera torna su un aspetto esterno al processo ma centrale nelle dinamiche cittadine. Il reintegro di Castagna a Palazzo Bovara, nonostante la legge non lo imponesse.
La “rivoluzione della macchina comunale” promessa in campagna elettorale s’è rivelata un flop. E la “vicenda Castagna” lo dimostra. Breve riepilogo: nella primavera 2014, quello che all’epoca era il direttore del Servizio edilizia privata del Comune di Lecco -Maurizio Castagna-, viene arrestato con l’accusa di concussione in merito ad una pratica relativa al rione di Acquate. Ed è rinviato a giudizio. Nel novembre 2014, il Comune si costituisce parte civile spendendo parole durissime nei confronti (anche) dell’ex dirigente.
Nella delibera di Giunta a proposito della costituzione si legge infatti che “La gravità dei fatti contestati agli imputati e la vasta eco d’opinione pubblica che ne è derivata […] ha determinato un danno concreto alla correttezza, alla dignità e alla trasparenza dell’azione dell’Amministrazione comunale”. A un anno dagli arresti, però, la stampa locale batte il reintegro in Comune di Castagna, ancora sotto processo ma non più “impedito” da misure restrittive. Attenzione, l’opzione della riammissione è presentata da certa cronaca come “obbligata”, come se l’ente non potesse fare altrimenti.
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