LECCO – Il tragico crollo del cavalcavia di Annone Brianza ha portato all’attenzione generale il tema delle carenze del territorio delle province di Lecco e di Sondrio dal punto di vista delle infrastrutture, da un lato insufficienti e, dall’altro, palesemente bisognose di una maggiore opera di manutenzione ordinaria e straordinaria.
Quello dei pesanti limiti infrastrutturali è un paradosso per una delle aree a maggior vocazione industriale del Paese che non nasconde, inoltre, la sua ambizione ad affermare maggiormente il ruolo di meta turistica di primo piano sviluppando anche le attività collegate a questo ambito.
A partire dalle segnalazioni delle imprese associate, che hanno garantito la loro collaborazione, Confindustria Lecco e Sondrio con le sue Consulte di Territorio ha messo a punto un documento che evidenzia le maggiori carenze in materia di infrastrutture, soprattutto in relazione all’attività del sistema produttivo. “Il documento di posizionamento sullo stato delle infrastrutture e sulle esigenze del territorio, illustrato in anteprima ai Rappresentati delle Istituzioni nella giornata del 5 maggio, vuole essere uno strumento a disposizione della comunità e uno stimolo che porti al cambio di passo necessario per lo sviluppo delle province di Lecco e di Sondrio – commenta Lorenzo Riva, presidente della Consulta di Territorio di Lecco di Confindustria Lecco e Sondrio. Non è infatti da oggi che la nostra associazione denuncia una situazione ormai inaccettabile per le imprese che, impegnate ad essere competitive sul mercato italiano e su quelli internazionali, devono destreggiarsi fra mille limitazioni della rete viaria: dai collegamenti insufficienti, siamo ad esempio le uniche province lombarde a non avere una rete autostradale, incompleti, pensiamo alla nuova Lecco-Bergamo, o non praticabili, come i cavalcavia chiusi negli ultimi tempi. È scontato, ma lo ribadiamo, che la sicurezza viene prima di tutto; ma anche e proprio per questo è più che mai necessario ed urgente porre rimedio ad una situazione non più sostenibile, per le imprese e per i cittadini”.
E proprio in ragione della rilevanza strategica del tema, Confindustria Lecco e Sondrio, in occasione della presentazione del documento ai Rappresentanti delle Istituzioni, ha anche proposto la costituzione di un tavolo di confronto che consenta di fare periodicamente il punto sullo stato dell’arte. “La Valtellina e la Valchiavenna per quanto riguarda la viabilità sono, possiamo dire da sempre, teatro di complicazioni che rischiano seriamente di rendere via via più isolata la provincia di Sondrio, in un mondo dove la competitività si basa anche sulla possibilità di restare collegati con una capacità di connessione sia concreta, e mi riferisco quindi in particolare alla rete viaria, sia virtuale. E questo rende evidente come sia necessaria anche la diffusione della banda ultra larga fino alle ampie zone che risultano al momento non coperte, in entrambe le province – evidenzia Annalisa Rainoldi, presidente della Consulta di Territorio di Sondrio dell’associazione -. La variante di Morbegno ancora da completare con una serie di lavori, la peculiare situazione della Valchiavenna, la necessità di aprire finalmente una via alternativa grazie al traforo del Mortirolo sono solo alcuni degli esempi più evidenti di quanto ci sarebbe da fare per rendere più accessibile una provincia ricca di industrie e con una consolidata tradizione turistica”.
“Le Istituzioni hanno finalmente focalizzato in modo maggiore l’attenzione sul tema infrastrutture ed è ora determinante che questa non venga meno e che, anzi, si trasformi nella concretezza dei fatti portando ad azioni risolutive – commenta Giulio Sirtori, Direttore Generale di Confindustria Lecco e Sondrio. Infrastrutture carenti, sottodimensionate e senza adeguata manutenzione non devono diventare un dato di fatto ma un problema al quale porre rimedio. Per questo abbiamo scelto di non limitarci solamente a evidenziare queste insufficienze, ma abbiamo voluto dare un contributo con un catalogo sistematico che evidenzia le maggiori criticità, con particolare riferimento al sistema delle imprese grazie al quale è stato possibile mettere a punto il documento. La collaborazione di Regione Lombardia ha inoltre consentito di integrare il documento con un’analisi dei contenuti del Programma Regionale della Mobilità e dei Trasporti, oltre che dei principali dati inerenti la domanda di mobilità delle due province”.