IL MINISTRO DEGLI AFFARI REGIONALI DELRIO A LECCO

Delrio_2LECCO – Il Ministro per gli Affari Regionali e le Autonomie, On. Graziano Delrio, è intervenuto al secondo appuntamento del ciclo di conferenze “Parlamento e Territorio”.

Questa serie di convegni, ideati e promossi dall’On. Gian Mario Fragomeli, sono pensati per offrire un contributo sostanziale alla costruzione di un rapporto sempre più diretto tra Territorio e Governo Nazionale.

L’incontro pubblico, tenutosi nella Sala Consiliare del Palazzo Comunale di Lecco, è stato preceduto da una riunione ristretta che ha avuto luogo nella sede della Camera di Commercio, ed alla quale hanno partecipato Sindacati e rappresentanti delle Associazioni di Categoria del Lecchese.

Nel corso di questo primo colloquio, il Ministro Delrio ha accolto le istanze delle rappresentanze locali che non hanno perciò mancato di esporre una serie di richieste molto precise e puntuali.

Tema principale degli interventi è stata l’assoluta necessità di ridare impulso all’economia del Territorio, che – nell’ambito delle competenze del Ministro Delrio – deve intendersi come una richiesta di chiarificazione delle disposizioni normative, uno snellimento della burocrazia ed una razionalizzazione degli Enti Intermedi.

Altri argomenti proposti sono stati la richiesta di attenzione alla questione del disagio sociale – conseguente lo stato di profonda crisi del settore manifatturiero lecchese; la perdita di competitività delle imprese a seguito della lentezza e della sovrapposizione di normative e, non ultima, la necessità di concentrarsi sui tagli agli sprechi.

Nel rispondere, il Ministro ha ribadito che, data l’esperienza vissuta come amministratore locale, è perfettamente conscio di come sia fondamentale riuscire a “cambiare passo”; riferendosi quindi alla recente uscita dell’Italia dalla procedura di deficit, ha immediatamente indicato alcuni elementi positivi che ne sono diretta conseguenza: lo sblocco dei pagamenti alle imprese, la disponibilità di capitali da utilizzare per ridare accesso al credito ed il posizionamento di un adeguato fondo di garanzia.

Ha affermato poi di condividere in pieno l’idea secondo cui la Pubblica Amministrazione debba, necessariamente, velocizzarsi e semplificarsi – anche attraverso un deciso processo di informatizzazione.

Sempre sul tema del lavoro ha quindi ribadito la volontà di volersi concentrare soprattutto sugli interventi di manutenzione e non unicamente su quelli di emergenza, ricorrendo anche a una serie di fondi europei – troppo spesso lasciati inutilizzati – e ad una incentivazione alle ristrutturazioni soprattutto nell’ambito del risparmio energetico.

Ha continuato infine  specificando che la riforma degli Enti Locali non sarà “altra burocrazia che va ad aggiungersi a quella già esistente” ma che, al contrario, l’avvicinamento dei livelli di governo è stato pensato esclusivamente nell’ambito di un aumento della produttività: le funzioni amministrative saranno lasciate ai Comuni  ribadendo come quelli più piccoli non dovranno essere costretti a “sparire” ma saranno invece incentivati ad “unirsi” tra loro al fine di poter funzionare meglio e con maggiore efficienza.

Terminato l’incontro in Camera di Commercio, il Ministro ha raggiunto la Sala Consiliare di Palazzo Bovara, dove ha potuto incontrare Sindaci e Amministratori del Territorio.

La discussione ha preso avvio con l’introduzione dell’On. Fragomeli, il quale ha immediatamente messo in evidenza quelle che sarebbero state poi le principali richieste avanzate dai Sindaci presenti in sala. Dopo aver sottolineato come gli interventi normativi messi in atto dal governo che ha preceduto l’attuale, abbiano avuto un carattere fondamentalmente “punitivo” e siano stati applicati in maniera  “non ben ponderata”, ha avanzato alcune fondamentali istanze: le problematiche legate alle società partecipate, la questione della trasparenza dell’amministrazione e le difficoltà della gestione associata.

A seguire, il Sindaco di Lecco, Virginio Brivio, si è rivolto al Ministro chiedendo che venga tenuto in considerazione il principio costituzionale delle pari dignità, evidenziando come non debba esserci necessariamente una contrapposizione tra risanamento dei conti pubblici, recupero di efficienza degli Enti Locali e sviluppo economico.

Infine, alle parole del Presidente della Provincia, Daniele Nava – che ha posto l’accento sulla grave situazione in cui versano i fondi per la spesa corrente della Provincia di Lecco – sono seguiti il saluto ed i ringraziamenti al Ministro Delrio da parte dell’On. Veronica Tentori e del Prefetto di Lecco, Dott.ssa Bellomo.

Tra le puntuali richieste rivolte al Ministro da parte dei Sindaci che hanno preso la parola, ampio spazio hanno avuto le domande relative alla revisione del patto di stabilità, alla mancanza di risorse che pregiudica la tenuta del welfare sul territorio, il tetto di indebitamento, l’obbligo di far fronte a mutui accesi per l’esecuzione di opere che però non vengono messe in cantiere e la questione della mancanza di liquidità per i comuni “virtuosi” che hanno già fatto fronte al pagamento dei fornitori.

I Sindaci, stante la situazione attuale, si dicono poi estremamente preoccupati nel merito dei tempi relativi all’approvazione dei bilanci 2014, alle questioni legate alla programmazione, alla rappresentanza ed alla incertezza della comunicazione riguardante IMU e Tares, nonché sulla necessità di essere messi in condizione di poter utilizzare le risorse che spettano loro senza d’altra parte pretenderne di ulteriori.

Ha chiuso la sequenza di interventi il Presidente di Anci Lombardia, Attilio Fontana, ribadendo la richiesta di risposte certe riguardo la questione dell’approvazione dei bilanci ed auspicando maggiore considerazione per la dignità degli Enti Locali e per il lavoro prestato dagli amministratori nel cercare di preservare quanto più possibile i servizi al Cittadino, pur con tutte le difficoltà del momento.

Ampie le argomentazioni fornite in risposta dal Ministro che ha esordito affermando come “questo Paese abbia ora bisogno di dirsi la verità” ed ammettendo di essere oltremodo convinto che “Spending Review e Patto di stabilità, così come sono, non vanno assolutamente bene” e che “il vero stimolo alla ripresa non risieda tanto nella decontabilizzazione, quanto nella riduzione del Patto di stabilità che andremo a proporre a settembre”.

Da qui perciò la proposta di una prossima revisione dei criteri di gestione che ricorra alla logica del fabbisogno standard, concentrandosi quindi sulla questione del federalismo in opposizione ad una stagione di “assoluto centralismo”.

Il Ministro ha proseguito dichiarando di essere intenzionato a liberare risorse per interventi di messa in sicurezza – individuando di conseguenza quelli di maggior stimolo all’economia del Territorio – e puntualizzando come la spesa in conto capitale, anche se immediatamente conteggiata dall’Unione Europea, dovrà necessariamente essere aumentata.

“Essendo infatti usciti dalla procedura di infrazione”, ha continuato, “abbiamo 12-13 miliardi di euro da spendere in conto capitale, ed è nostra precisa intenzione utilizzarli l’anno prossimo”.

Nell’ambito della questione riguardante le società partecipate, ribadisce poi come sia stata fatta una “proroga” che ne accompagni la liquidazione seguendone con attenzione il percorso: “il decreto che ne stabiliva la chiusura, necessitava una serie di ricognizioni che, a distanza di un anno, non erano ancora state eseguite e non aveva perciò senso depauperare il patrimonio delle comunità locali senza un motivo fondato”.

Il Ministro si è quindi espresso, più specificatamente, nel merito della riforma degli Enti Locali, affermando come la volontà sia quella di diminuire i livelli di governo al fine di aumentarne in maniera sostanziale l’efficienza, proprio laddove la sua mancanza è causa dell’aumento smisurato dei costi e del taglio di risorse.

“Garantendo l’autonomia amministrativa dei Sindaci, dobbiamo fare in modo che essi possano agire direttamente all’interno dell’area vasta, lavorando in collaborazione con la Regione. Sappiamo che il problema della spesa non sta nei piccoli comuni e nel loro numero, tuttavia la loro unione deve essere il mezzo per trovare ‘la giusta misura’ che permetta loro di funzionare in maniera sempre più efficiente”.

Riguardo il tema dell’eliminazione delle province poi, conferma che saranno abolite “non con un decreto legge ma attraverso una riforma costituzionale elaborata dai ‘saggi’. Il mio dicastero si limiterà unicamente ad un atto ordinamentale, rivolto in direzione delle aree vaste in cui le province verranno inquadrate come enti di secondo livello”.

Dopo avere riaffermato l’impegno a far ripartire l’economia anche attraverso il ricorso alle “piccole opere” gestite, con indipendenza decisionale, dai Comuni, il Ministro Delrio ha ricordato poi come il nostro Paese sia diventato “grande” quando “dalla fine del Medio Evo in avanti, all’epoca dei primi Comuni, ha trasformato il concetto di autonomia in una vera e propria risorsa per lo sviluppo del territorio”.

Ha quindi concluso il suo intervento dando una tempistica precisa riguardo i prossimi obiettivi: “entro agosto metteremo in atto la piena separazione delle competenze tributarie, stabiliremo la ridefinizione del concetto di casa di lusso – fermo restando il valore assoluto del concetto di casa per la famiglia italiana – e dando ai comuni maggiori certezze riguardo la questione della programmazione”.

Alla riunione ristretta hanno partecipato i rappresentanti di A.N.C.E., A.P.I., Camera di Commercio di Lecco, Compagnia delle Opere, C.N.A., Confartigianato, Confcommercio, Confesercenti, Confindustria, Lariodesk ed i Segretari Provinciali di CGIL e CISL.

Alla conferenza pubblica sono intervenuti oltre quaranta rappresentanti dei Comuni della Provincia di Lecco e diversi esponenti del Consiglio Regionale e di quello Provinciale.