LECCO – Ha compiuto quattro anni da poco Cardiochirurgia dell’Azienda Ospedaliera di Lecco: dal 16 dicembre del 2009 , giorno dell’avvio dell’attività, al 31 dicembre 2013 , sono stati 1890 gli interventi realizzati al Manzoni. Questo è uno dei dati più salienti (resi noti in questi giorni) della struttura diretta da Armando Gamba. “In sala operatoria – spiega lo specialista che è anche Direttore del Dipartimento Cardiovascolare – sono trattate tutte le patologie cardiache, acquisite o congenite rare, dalla più semplice alla più complessa”.
Le statistiche relative all’ultimo quadriennio rilevano che il 48,7% delle patologie che hanno impegnato i cardiochirurghi lecchesi riguardano le coronarie; il 25,6% interessano le valvole cardiache. Nell’11,4% dei casi, poi, si tratta di valvulopatie associate a problematiche coronariche, mentre nel 7,2% dei casi si tratta di aneurismi (dilatazione) e dissezione (rottura) dell’aorta.
I dati segnalano anche dettagliatamente le tipologie di intervento: dei 1800 interventi maggiori , ben 878 sono stati di by pass aorto-coronarico, mentre 586 sono stati di sostituzione valvolare.
“La nostra équipe – sottolinea il Primario del Manzoni – è in grado di operare anche i casi più complessi e nessun paziente è stato mai rifiutato perché presentava patologie considerate troppo complesse per le nostre possibilità tecnico-organizzative”.
Da dove provengono i pazienti? Il 63,2% da Lecco, il 14% dalle aree della Valtellina, il 13% dal meratese, il 5,1% dal territorio bergamasco . Da segnalare che il 4,7% proviene da altre provincie e da aree extra-lombarde.
I malati su cui i cardiochirurghi sono intervenuti sono compresi in una fascia d’età che va dai 12 ai 94 anni (l’età media è di 68,8 anni). La stragrande maggioranza è di sesso maschile (71,2%).
Ulteriore dato: il 53,8% dei pazienti è operato in urgenza, mentre il 42,5% in elezione cioè con interventi programmati. Il 3,7% è invece la percentuale dei pazienti operati in emergenza.
Un’équipe altamente specializzata, quella della Cardiochirurgia del nosocomio di Via dell’Eremo, tanto che, dal 2010 al 2013, la mortalità a trenta giorni dal ricovero ospedaliero (indicatore utilizzato dall’Agenas, l’Agenzia Nazionale per i Servizi Sanitari Regionali) è risultata pari all’1,87%, un valore estremamente basso rispetto a quanto riportato, in proposito, a livello internazionale dalla letteratura scientifica (8%).
“Tutti i risultati ottenuti – aggiunge Amando Gamba – ci rendono orgogliosi del lavoro che, quotidianamente, affrontiamo nelle nostre Strutture e nelle nostre sale operatorie. Significativa, in questi casi, è anche la collaborazione tra tutte le unità medico-infermieristiche del Dipartimento Cardiovascolare”.