Alzi la mano chi si aspettava sconcertanti rivelazioni nello studio epidemiologico di Silea sul proprio forno inceneritore.
Quella a cui i lecchesi stanno assistendo in questi giorni, nella paziente attesa di un teleriscaldamento che per milioni di euro rivolterà le strade di mezza città e dell’hinterland, sembra una guerra non dichiarata con tesi predeterminate, dove si gioca per dimostrare ciò che si è già deciso.
È la politica, bellezza.
Ma il campo qui c’è la salute dei cittadini, che se possono scegliere chi votare non possono scegliere se respirare o trattenere il fiato.
In una settimana due studi. Il primo, quello del coordinamento Rifiuti Zero, ci racconta che i fumi dell’inceneritore tirano oltre Valmadrera, a ovest, sul Barro e nell’Oggionese. Il secondo, promosso da Silea e firmato da Ats, Università di Torino e Tecno Habitat, ci dice che non ci sono prove che quanto bruciato dal forno faccia male alla salute. E nella sua analisi prende Valmadrera, Lecco e l’immediato hinterland. Ciò che sta a est dell’impianto. Sorvolando su Barro e Oggionese.
Come volevasi dimostrare.
Su un tema che parte in difetto, col peccato originale di non avere studi sul pre-accensione del forno, invece che allargare il campo della ricerca e mettere sul tavolo dati in abbondanza, si restringe tutto al solo orticello.
Un contentino alla verità.
LcN