GRANDI ARCHITETTI RIFLETTONO
SULLA RIGENERAZIONE DI LECCO.
DOPO IL FERRO E LA VERGELLA,
“MIGLIORE QUALITÀ DELLA VITA”

LECCO – Se per mezzo secolo sono stati il ferro e la vergella ad essere protagonisti della vita economica we sociale di Lecco, ora il futuro punta alla valorizzazione del legame tra uomo e natura. Il territorio non più oggetto di occupazione costruttiva, piuttosto di valore che migliora la qualità della vita.

È un trend internazionale, ma non c’è posto più adatto del nostro capoluogo per renderlo realtà. Le sfaccettature della progettualità sul territorio sono emerse durante il seminarioLa rigenerazione urbana a Lecco e nel suo territorio: uno sguardo al futuro” voluto dall’Ordine degli architetti e paesaggisti provinciale.

La Lecco post industriale è coinvolta soprattutto nella rigenerazione delle aree industriali abbandonate. “Purtroppo questo passaggio è stato inteso come trasformazione di queste aree a tipo edilizio-abitativo” ha sottolineato la presidente dell’Ordine Giulia Torregrossa ricordando come “L’integrazione con le aree verdi da mettere a disposizione di tutta la comunità” sia invece rimasta in secondo piano.

Eppure tutto il nord Europa, ormai da tempo orientato allo stop del consumo di suolo, imposta i progetti di rigenerazione urbana ricucendo il legame tra l’uomo e la natura, riportando quest’ultima all’interno del nucleo urbano.

Per partecipare a questa riflessione è giunto a Lecco il presidente nazionale dell’Ordine degli architetti Giuseppe Cappochin, molto convinto che, in ambito di investimenti pubblici, sia lo strumento del bando di concorso a concretizzare progetti di qualità, rigettando come un passo indietro il ritorno agli incarichi fiduciari. Il presidente si è lanciato su una proposta concreta: il bando a due livelli, il primo più leggero quale concorso d’idee da cui far emergere 5 proposte prima del progetto esecutivo.

“In questo modo i professionisti si mettono in gioco sul piano della concorrenza, in più ognuno può accrescere le proprie conoscenze imparando dall’esperienze degli altri. Il confronto fa crescere il livello generale dell’architettura“.

Secondo Cappochin i cinque finalisti devono essere tutti remunerati, magari in percentuale rispetto al vincitore, come accade già in Francia. “La progettazione è un costo, se vuoi che sia di buon livello deve essere pagata altrimenti finisce per essere realizzata nei ritagli di tempo senza riflessioni approfondite” ha concluso il presidente Cappochin.

Se una legge sulla qualità dell’architettura è ancora distante non essendo stato messo questo punto nel contratto di governo gialloverde, Cappochin punta entro il prossimo agosto a tracciare le linee programmatiche dell’architettura, perché senza binari legislativi e una commitenza consapevole ed esigente il rischio di perdere l’occasione storica della riqualifica è concreto.

La qualità dell’architettura aumenta la qualità della vita delle persone.

E per far crescere la cultura della progettazione, l’Ordine degli architetti punta alle giovani generazioni, alle scuole. L’idea è venuta da un video prodotto dalla Reggio children foundation, in cui i bambini raccontano la loro visione della piazza e degli spazi pubblici. Una esagerazione? Non proprio. Lecconews ha trovato il video in questione, che lascia davvero a bocca aperta, per come fin da piccoli si sappia come sia uno spazio dove si vive bene.

Arrivare alla rigenerazione del territorio non è un percorso facile.  Lo si è capito dall’intervento del sovrintendente delle Belle Arti e del Paesaggio per le province di Como Lecco Monza e Brianza Pavia Sondrio e Varese, Luca Rinaldi.

La sovrintendenza sta vivendo momenti d’incertezza nel suo ruolo, in attesa di una legge regionale che permetta all’ente di intervenire per far rispettare la compatibilità delle proposte con le esigenze di tutela del territorio.
Quindi c’è urgenza di una quadro normativo all’interno del quale sia chiaro per tutti come muoversi.

In sala era presente il consigliere regionale Mauro Piazza, che sta lavorando in questa direzione e ne ha approfittato per invitare gli ordini professionali di andare al confronto e di portare le proprie proposte in sede di scrittura della normativa.

Ma come si può concretamente rigenerare il territorio antropizzato? Ci vuole tempo, lo ha detto chiaramente l’architetto Andreas Kipar (nella foto a destra) il cui studio ha realizzato sia il recupero idrogeologico della foce del Cassarate nel Ticino, sia sta lavorando nella difficile sfida delle Brianza densamente costruita nel bacino del Seveso alla luce delle piene improvvise determinate dai cambiamenti climatici, anche se le esondazioni le troviamo pure nei racconti dei viaggiatori dell’Ottocento.

Nel racconto di Kipar si scopre che l’Italia così densamente costruita ma con spazi aperti ha prodotto architetti esperti nella rigenerazione nella densità, la cui professionalità viene richiesta in ambito internazionale.

In generale la nuova estetica esalta il legame con la natura e l’acqua in ciò è molto importante. Dove si è agito con intelligenza si sono create opportunità di lavoro e ritorni d’investimento milionari.

Per fare ciò serve cultura, e a questo seminario Giulia Torregrossa presidente degli architetti lecchesi ha voluto pure Peter Aufreiter direttore nazionale della Galleria Nazionale delle Marche di Urbino, un vero esperto di marketing culturale, ilm quale ha racontato che grazie ai versi di dante studiati a scuola sul tragico amore di Paolo e Francesca il castello di Gradara, luogo dove si svolge la loro vicenda, oggi accoglie 220mila visitatori all’anno e solo di parcheggi il Comune introita 200mila euro annui.

I musei sono testimonianze profonde d’identità, ha spiegato ancora Aufreiter, come ad esempio dimostrano i terremotati che hanno perso il loro territorio e lo cercano nei musei archeologici o di arte che consevano le vestigia delle aree martoriate. Sono caposaldi sociali, punti di riferimento per chi si ritrova senza la propria terra.

Infine Alessandra Ferrari coordinatrice del dipartimento Promozione della Cultura architettonica all’interno del Consiglio Nazionale degli Architetti ha spiegato il grande lavoro in atto per entrare nelle commissioni cunsultative degli organi legislativi. In un’epoca di undividualismi, Ferrari ha riparlato di etica e di qualità del costruire e del progettare non più pensando agli aspetti speculativi ma al benessere: benessere delle famiglie, dei lavoratori delle persone in generale.

Per questo motivo è importante quando si rigenera a stare attenti ai rischi della gentrificazione, che può portare allo snaturamento dell’identità di un luogo, a causa della sostituzione sociale.

Insomma il post industriale che ha liberato molti spazi urbanizzati rappresenta una grande opportunità per la qualificazione paesaggistica, un momento storico da affrontare con serietà e preparazione.

Lecco con il suo lago, i suoi ex luoghi produttivi, l’abbraccio tutto intorno della natura può diventare in questo senso un grande protagonista in Europa.

N. A.